Ombre fosche sull’Ospedale di Rho. Come scrive il Corriere:
“Interventi sbagliati e rifatti, senza dare adeguate informazioni ai pazienti; diagnosi sballate; operazioni fatte senza gli esami necessari; almeno un paio di morti sospette; gestione ‘disinvolta’ dei consensi informati che i pazienti devono firmare prima di ogni operazione”
La Procura di Milano ha da poco aperto un’inchiesta su una ventina di presunti casi di malasanità gravi avvenuti nell’ultimo anno e mezzo nel quinto reparto di Chirurgia generale.
Il commissariato di polizia di Rho-Pero sta indagando: per ora il fascicolo è stato aperto contro ignoti, ma le ipotesi di reato sono pesantissime. Si va infatti dalle lesioni all’omicidio colposo, senza contare una serie di illeciti amministrativi.
Ecco alcuni casi eclatanti, raccontati dal quotidiano:
“Il signor F. entra in ospedale per una colonscopia, un esame di routine, suggerito dal sistema sanitario per prevenzione. Alla fine dell’esame i medici lo rassicurano: hanno soltanto tolto un ‘polipetto’. Niente di cui preoccuparsi. Il giorno dopo il signor F. però sta male. Torna in ospedale. E viene rioperato d’urgenza: durante il primo esame gli era stato perforato il colon. Nel corso dei mesi successivi, per riparare ai danni del primo e del secondo intervento, finirà in sala operatoria altre tre volte. Oggi ha cambiato ospedale. Ed è andato in Tribunale per una denuncia (a causa dei danni ha rischiato anche di perdere il lavoro)”
“Signor A., 44 anni. Viene operato nel novembre del 2009, ma tre mesi dopo ha forti dolori. Entra di nuovo in sala operatoria e lì si scopre che durante il primo intervento il medico aveva dimenticato una garza nel corpo del paziente (agli atti c’è un altro caso analogo)”
“Signora G., 96 anni, che a ottobre 2010 viene portata all’ospedale di Rho per un controllo al seno su consiglio del medico di base. Una breve visita del senologo conferma la presenza di un tumore e la donna finisce sotto i ferri. Ma i parenti raccontano che non ci sono stati altri esami prima dell’intervento, e che non hanno mai avuto informazioni sull’esito dell’accertamento istologico. I familiari firmano una nuova denuncia”
“Signora C., 76 anni: operata per un tumore alla mammella, le viene asportata una parte dei linfonodi. Solo dopo gli esami istologici si scopre che i linfonodi rimossi non erano quelli maligni. La signora è costretta a una seconda operazione”
Gli investigatori hanno raccolto tutte le segnalazioni e sono andati in ospedale per sequestrare le cartelle cliniche relative agli interventi. Sono stati interrogati come testimoni anche gran parte dei medici e degli infermieri. Al momento non ci sono indagati, ma attendiamo ulteriori sviluppi.
(fonte immagine)
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