"Sbirri", il docu-film di Roberto Burchielli e Raoul Bova andato ieri sera in onda su Canale 5, è un film davvero tosto. Se non l'avete visto recuperatelo.
E' tosto perchè racconta la realtà, ben lontana dai racconti idilliaci che talvolta i governanti fanno della nostra città. Tosto come i poliziotti che hanno contribuito al film, e che sono "veri". Poliziotti coraggiosi, che ogni giorno per poche lire al mese si fanno il mazzo inseguendo spacciatori che sembrano non finire mai, facendo i conti con una costante mancanza di mezzi e di risorse.
"Sbirri" mostra solo una briciola di realtà nel mare bianco che affoga Milano ogni giorno. Non bastano i sequestri, non basta arrestare il piccolo spacciatore. La droga a Milano entra ed esce dai privè delle discoteche dei vip all'utilitaria del 20enne operaio. E' un fiume che non si riesce a fermare. Ma per Milano le priorità sembrano essere strisce blu e lotta ai graffittari.
Ancora più eloquente del film di Bova è il bellissimo documentario "Cocaina", che vi riproponiamo qui sotto. Uno dei protagonisti è Angelo Langè, poliziotto-writer, che recentemente ha anche scritto un libro sul suo mestiere: "Vite in polvere".
Dopo aver visto il degrado urbano e sociale, sia in "Sbirri" che in "Cocaina", ci nasce solo una domanda. Sebloccare lo spaccio a Milano "è come svuotare il mare con un cucchiaino", come è scritto nella presentazione del libro, perchè Angelo e gli altri continuano a fare questo mestiere?
La risposta ce la danno proprio loro, con l'impegno e la fatica di ogni giorno: bisogna lottare "perché tante vite non finiscano in polvere".