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Attentato alla caserma: nel covo dei presunti terroristi trovati documenti di altri islamici

UDPATE! 16 ottobre
Si stanno cercando tre nordafricani. Inoltre nel corso degli interrogatori Israfel ha detto di non c'entrare nulla con il terrorismo islamico.

In via Gulli, il 'covo' dei tre uomini implicati (finora) nell'attentato davanti alla caserma Santa Barbara in piazzale Perrucchetti, gli uomini della Digos hanno trovato oltre all'esplosivo anche documenti di altri islamici. Forse queste persone erano solo ospiti, ma è ancora tutto da chiarire.

Si aggiunge un mistero per gli inquirenti che dovranno indagare sull'identità di queste persone e sul loro eventuale coinvolgimento nel piano terroristico. E' comunque troppo presto per parlare di complici.

Nel pomeriggio sono cominciati gli interrogatori dei due arrestati Mahmoud Abdelaziz Kol e Mohamaed Imbaeya Israfel. Il primo, un egiziano di 52 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'uomo è incensurato ed è dal 1994 in Italia dove lavora come elettricista. Mantiene 5 figli in Italia e altri 5 in Egitto.

Mohamed Israfel invece era stato attenzionato nello scorso luglio. La polizia postale sta controllando i pc dei tre: si cercano eventuali contatti con altre realtà legate al fondamentalismo e terrorismo islamico.

Abdel Amid Shaari ha fatto sapere che:

"Il peso di quello che è accaduto lo paghiamo innanzitutto noi. Ma, con tutta onestà, che cosa potevamo fare di più? Dei tre che sono stati arrestati, si conosceva di vista solo Game. E non parlava con nessuno. Non si è mai aperto. Per i suoi guai non ha mai chiesto un aiuto che forse avremmo potuto dargli. Una cosa però vorrei capirla. Se davvero si ritiene che la comunità islamica di questa città possa essere un sostegno decisivo all'integrazione e alla convivenza pacifica, un luogo di aiuto e prevenzione, allora vorremmo non ascoltare più le parole di odio che continuano ad accompagnare la nostra richiesta per una moschea. Chiediamo troppo?"

La moglie di Mohamed Game non si dà pace come confessa al Corriere e non riesce a spiegarsi il gesto del marito. Intanto l'uomo è ancora ricoverato in coma farmacologico al Fatebenefratelli e non ha ancora potuto rispondere alle tante domande che si spera trovino presto una risposta.

Lunedì scorso ci siamo recati alla caserma Santa Barbara, pochissimo tempo dopo lo scoppio dell'ordigno. Qui trovate la nostra video diretta, qui tutte le interviste a cittadini, politici e militari e qui le foto.

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