Chissà se anche Carlà e Sarko utilizzano le biciclette del Velib, il sistema di bike sharing della capitale francese. A Milano il servizio è partito a dicembre e per ora, personalmente parlando, non ho ancora trovato le condizioni climatiche ideali per partire. Ma vabbè, io sono pigra lo confesso.
Ci sono però qualche centinaia di temerari che pioggia/neve/freddo prendono la loro bella biciclettina BikeMi e zumzumzum si fanno il giretto per la città. Sono 400 i movimenti ogni giorno (ovvero l'atto di prendere e lasciare la bici). I dati raccolti tra il 3 dicembre e il 28 gennaio sono in crescita costante, con 5300 abbonamenti venduti.
Enrico Fedrighini supporta a pieno il progetto, partito dopo mesi e mesi fra ricorsi, intoppi, bandi disertati e ritardi di ogni genere
"La bici piace. Ora bisogna potenziare il servizio portando le stazioni anche in periferia. E poi fare le piste ciclabili. A Milano la bici continua a essere troppo pericolosa"
Appunto. Non ci sono ancora le piste ciclabili.
A Parigi invece, la città che è stata presa da Milano come modello, le bici ci sono, le piste ciclabili pure, ma dopo un primo momento il sistema comincia a scricchiolare. 170mila abbonamenti, più di 41 milioni di tragitti effettuati e circa 78mila i parigini che usano ogni giorno le biciclette pubbliche.
Facciamo un rapido parallelismo.
Come racconta il Corriere sono state danneggiate più della metà delle biciclette in circolazione e quasi un terzo sono state quelle rubate. A Milano per ora ce n'è stata solo una.
Nella città francese su un totale di 20mila biciclette 7800 sono scomparse e 11.600 sono state danneggiate. Ogni giorno vengono fatte 1500 riparazioni circa e ogni nuova bici costa 400 euro.
Di bici danneggiate per ora a Milano invece ce ne sono solo una trentina.