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Rave party di Segrate: le polemiche e i video della notte di delirio

"Rave" vuol dire "delirio", e con questo presupposto sono vissuti i raduni nei quali si ascolta per giorni musica martellante. Il delirio è anche facile immaginare come si possa raggiungere.

Riportiamo anche qui su Milano un post di Cronaca e Attualità che tratta delle polemiche sul rave di Segrate costato la vita ad un ragazzo di diciannove anni. E pubblichiamo anche i video comparsi su Youtube che fanno riferimenti proprio a questo rave chiamato Pasquatek.

Scrive Cronaca e Attualità: La morte del ragazzo di Castellanza di 19 anni, Nunzio Lo Castro, durante il rave party di Pasqua a Segrate (Mi) ha sollevato immediatamente un polverone fra politica e “addetti ai lavori”. Il rave, organizzato nell'ex dogana delle Ferrovie, era iniziato sabato scorso per proseguire fino a lunedì, ma è stato interrotto in seguito alla notizia del decesso.

Tra i vari ragazzi interrogati da più fonti nessuno si è accorto di quello che è successo e si può cogliere tra gli intervistati il desiderio di non essere dipinti come dei criminali, ma bensì come delle "brave persone alla ricerca di un po' di divertimento". Sacrosanto. Non è in sé un reato "sballare". Al limite un reato è occupare abusivamente zone abbandonate e lasciare dietro di sé cumuli di immondizia.

I politici, interrogati in merito propongono diverse soluzioni, ma per l'ennesima volta non si schiodano da soluzioni "assistenzialiste":

Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano e deputato di An, secondo quanto dichiarato al Corriere, aveva presentato al Senato e alla Camera un disegno di legge per disciplinare questi eventi, lasciando l'onere dell'autorizzazione al Questore del luogo, e vietare i rave parties nel caso non ci siano le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza minime. Ovviamente spetta agli organizzatori la vigilanza per quanto riguarda l'uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti, ma sembra piuttosto inutile visto che il motivo per cui ragazzi da ogni parte d'Italia e d'Europa ci vanno è proprio la possibilità di consumo senza controllo di sostanze che permettano sballo ed energia infinita per reggere le 48/72 ore filate di musica e di ballo.

Molto più radicale la posizione di Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, che propone il divieto assoluto dei rave parties come in Francia, visto come "atto di civiltà e di tutela della salute" in nome del "basta permissivismo".

Dall'altra parte della barricata Francesco Piobbichi, responsabile delle politiche sociali di Rifondazione, punta il dito conto la legge Fini-Giovanardi che avrebbe equiparato le droghe leggere alle pesanti intrecciando i mercati.

Giulio Manfredi dei Radicali invece chiede a gran voce il "pill test", ovvero il “Vuoi drogarti? Drogati, ma almeno controlla che la droga che prendi non sia letale”. Il pill test infatti, praticato da decenni in Olanda, è un'analisi chimica delle pasticche per permettere ai consumatori di sapere cosa stanno assumendo. Consiste in una postazione fissa di medici all'ingresso dei rave che analizzano su richiesta le pasticche e intervengono in caso di emergenze.

La madre del giovane invoca a gran voce il colpevole, e da parte degli investigatori è scattata immediatamente la caccia partendo dagli amici del ragazzo cercando di risalire al pusher (in bocca al lupo!) che avrebbe fornito la dose letale di stupefacente.

Secondo Claudio Coccoluto, famoso deejay, invece è colpa degli organizzatori: "Una serata storta dipende molto da chi organizza, da quali corde decide di andare a toccare. Una morte come questa è l'effetto di un'organizzazione maldestra della serata"

Come al solito la colpa è sempre di qualcun altro.

Qui sotto altri esempi di Rave. Sempre a Segrate.

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