Rab, il bar di Milano che offre lavoro ai ragazzi autistici è in crisi a causa del Covid: "Aiutateci a tenere aperto il bar".
Il Rab, il bar di Milano che offre lavoro a ragazzi autistici, è in crisi a causa delle chiusure continue imposte dall’emergenza Covid, così lanciano una raccolta fondi per chiedere aiuto e mantenere aperto il bar.
Il Rab a Milano è in crisi
Il Rab bar di Milano, in via Gottardo 41, non è un luogo qualsiasi, ma qualcosa di diverso e di controtendenza, e lo si capisce dal fatto che il suo nome è proprio “bar” ma al contrario. Qui infatti il personale che vi serve ai tavoli, così come il barista che vi prepara il caffè sono ragazzi autistici e con disabilità intellettive.
Un’idea pensata dalla Cooperativa Sociale Baracca Onlus, per realizzare un posto in cui anche i ragazzi autistici possano lavorare e allo stesso tempo socializzare con la comunità, d’altronde il bar non è solo il luogo in cui consumiamo una bevanda, ma anche dove amiamo rifugiarci per passare un po’ di tempo.
Purtroppo però, come è successo per molti bar, il sogno del Rab bar a Milano sembra stia svanendo a causa del Covid e delle conseguenti e continue chiusure imposte dalle norme per abbassare i contagi. Così ecco che, in collaborazione con Produzioni dal Basso, si è deciso di lanciare online una raccolta fondi per salvare questa realtà. “Ci siamo adoperati per usufruire di tutti gli incentivi e i sostegni messi a disposizione dallo Stato, abbiamo tagliato al massimo i costi cercando di tenere tutti in barca e ridotto al necessario gli orari di apertura considerando costi fissi e variabili e potenziali ricavi, ma nonostante questi sforzi abbiamo dovuto rinunciare alla collaborazione di risorse umane preziose, e purtroppo questo potrebbe non bastare” spiegano dal Rab ecco perchè chiedono aiuto. “I fondi serviranno ai gestori per coprire le ingenti perdite di questi mesi, come affitto e utenze, riprendere la programmazione degli eventi gratuiti, rinnovare i contratti in sospeso e ampliare gli orari di apertura, per consentire la prosecuzione dei percorsi di formazione.”