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Milan-Inter, per il Diavolo un derby perso da lontano

Il Milan perde il derby con l’Inter, ma la sconfitta rossonera arriva da lontano, ovvero da una forma mentis che ha proiettato i rossoneri verso un’eccessiva serie di confidenze e arroganze che alla fine si sono rivelate un vero autogol

Una delle cose più (amaramente) divertenti del derby di ieri sera è stato vedere confermate quelle sensazioni che sempre ti pigliano prima di una stracittadina. Quel senso di terrificante ineluttabilità che il ‘tifoso vero’ avverte quando la partita, per chi fa il mestiere di giornalista, è ancora in fieri, lontana, poltigliosa. Invece, purtroppo, io avevo già chiaro tutto da tempo.

L’ho scritto tanto tempo fa, questo Milan ‘Allegro’, ha ben poco delle caratteristiche proprie storiche della squadra rossonera. Anzi, diro di più: è quasi… un’Inter. Giocatori che tendono a fare poco gruppo e più i protagonisti, quella ‘cattiveria’ e furia agonistica che non fa mai male ma che è stata sempre propria di ‘quelli là’, spesso costretti dalle circostanze a fare ricorso alle ‘maniere forti’ quando i virtuosismi venivano loro a mancare.

E poi la lingua lunga. E’ passato da tempo… il tempo di volare bassi, così tipico delle ‘ere’ in stile Franco Baresi e Paolo Maldini. Da Ibra a Boateng allo stesso Pato che se ne va con la figlia del presidente, tra casini interni e boutade mediatiche, questa squadra mi fa pensare, come la frase del ‘Principe’ (quello che ieri non ha segnato) di due settimane fa, quando disse ‘l’Atalanta è più pericolosa dell’Inter’. Cazzate, d’accordo, non voleva dire questo ma quello… non si fa. Punto. Inoltre avrà a caricato a mille proprio le ‘biscie’. E poi il libro di Ibra, che ovviamente qualcuno ha scritto per lui. E poi le previsioni di Allegri, con il famoso ruolino con dichiarazione ‘alla fine del girone d’andata saremo in testa alla classifica’. Anche questo: non si fa. Magari ti va bene, ma non si fa. Ricordo l’Inter, alla caccia disperata di un titolo di giornale, un tempo ricorrere a questi mezzucci: prima giornata, vincevano, commento ‘siamo primi’, risate. Non si fa. Ti risparmio la vicenda Tevez. A lungo ho sperato in qualche ‘furbata’ volutamente voluta, una maniera per sviare i ‘cugini’, un tocco felpato per irretire Leonardo o fregare Branca. Invece era tutto tragicamente vero, un docufilm sulla deficenza calcistica del ‘nano di hardcore’ (cit. Dagospia) che ha fatto, disfatto e travolto ogni cosa…

Arrivare così a un derby da primi della classe vuol dire, almeno secondo la storia, averlo già perso, anche perché Claudio Ranieri è proprio il tecnico che piace a me, molto ‘poco interista’ da questo punto di vista, il contrario di un ‘bauscia’: silenzio, lavoro e, alla fine, risultati. Brava Inter, questa volta il tuo derby te lo sei giocato, e vinto, da lontano, e la tua vittoria ha la gioia e il merito dell”operaio’ Diego Milito, capace di risvegliarsi dal lungo sonno che lo aveva preso fino a poco tempo fa e a portare al successo la sua squadra nella partita più importante. Complimenti.

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