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Dopo la Supercoppa il Milan fa suo pure il Trofeo Berlusconi

Due partite, due coppe vinte. Il ruolino di marcia del Milan è più che invitante in questo inizio di stagione. Lontano dai proclami di ‘biplete’ o ‘triplete’, la squadra rossonera pensa alle cose pratiche. Ovvero, vincere, mettere fieno in cascina, fare morale ed entrare in quell’ottica di spirito per la quale la vittoria più che un fine è un percorso ineluttabile nelle cui acque poi solcare diventa automatico. La Supercoppa contro l’Inter, il Trofeo Berlusconi contro la Juventus, sempre per 2-1.

Mentre Silvio Berlusconi, presente in tribuna, sorride per i ritrovati successi della sua squadra, il caldo di San Siro vede al via un Milan senza ttaccanti, ma che però parte subito con il piglio giusto. Prima Kevin Prince Boateng scarica alle spalle di Gigi Buffon una palla servitagli da Abate, poi al 23′ sembra arrivare il colpo definivo con una punizione magnifica di Clarence Seedorf, un destro a giro che lascia immobile Buffon. Nel ko trittico di ko, con Boateng, Taiwo e Nesta che finiscono ko anzitempo. Il grande ex Andrea Pirlo, dopo gli applausi di tutto il pubblico di San Siro (impara Leonardo…) scende alla distanza. Mirko Vucinic riapre la partita con un gol stratosferico che nasce proprio da un’intuizione di Pirlo. C’è spazio anche per il 17enne Kingsley Boateng, che prende un palo. Occasioni per entrambe le squadre, con il Milan che reclama un rigore per un presunto fallo di mano di De Ceglie. La partita è calda, anzi caldissima, con salvataggi rocamboleschi e ampi spazi. E’ un Milan che c’è, che è forte e che si sbatte, un po’ operaio ma anche con quei tocchi di classe che da sempre lo accompagnano. Insomma, è il Milan.

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