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Ganz, l'Italia, la Padania, il Senatur, Pupo e tante altre belle storie…

Diciamolo chiaro e tondo. Alcune uscite qualcuno se le potrebbe risparmiare. Indipendentemente dal pensiero politico. Perché si può anche essere fuori dal coro, si può essere punk, si può essere tutto. Però a volte il cattivo gusto dà un po' fastidio. Anche a chi magari, a certi presunti 'ideali' potrebbe perfino non rimanere indifferente. E così l'uscita dell'Umberto da Giussano, o da dove arriva non so bene, ha indispettito un po' tutti. Salvo poi costringere il 'Senatur' alla retromarcia frettolosa. Insomma, in Italia toccate tutto ma non la Nazionale di calcio, ci mancherebbe, Da una parte fa tristezza che certe uscite indignino solo quando si parla di pallone. Abbiamo sentito le peggio castronerie sui temi più diversi, ma se qualcuno spara sulla Nazionale (cosa che più o meno facciamo tutti), apriti cielo. Anzi, diciamoci la verità, siamo pronti a farlo al triplice fischio di domani, se il risultato sarà negativo. Ma prima no, ci mancherebbe, "stringiamoci a coorte", come dice il nostro bistrattato inno, che qualcuno si dimentica di suonare o sostituisce con le canzoni di Gino Paoli. La prossima volta proporrò Pupo, tanto il livello ormai è quello.
Ogni quattro anni l''homo italicus' si trasforma, diventa un animale strano, entra in una sorta di letargo della durata di circa un mese, diventa improvvisamente ghiotto di cibo spazzatura e si addormenta placidamente di fronte all'oggetto televisione. In quest'ultimo caso diciamo solo che lo fa più del solito. Nella sua mente vagheggia di storie di tricolore che nemmeno conosce, la triade Moggi-Bettega-Giraudo si trasforma improvvisamente in Dio-Patria-Famiglia, e guai a chi tocca questi tre simboli. Almeno per un mese. Quando tutto sarà finito torneremo a essere il 'paese delle banane', dove chi comanda ruba, chi sta sotto 'là da via' per passare davanti agli altri, dove chi fa un sorpasso piazza le 'corna' all'avversario'. Ma oggi abbiamo tutti un nonno che ha fatto la Grande Guerra o la spedizione dei Mille, eravamo con Baracca mentre buttava i volantini su Trieste, abbiamo fatto il '68 e "costruito un'Italia migliore", dove i nostri figli giocheranno felici. A pallone ovviamente. E anche loro, ogni quattro anni, si ritrasformeranno nell''homo italicus'.
E così le comiche continuano, ma dà fastidio che a provocarle sia uno come Umberto Bossi che, da 'lumbard' quale si dichiara, dovrebbe presentare maggiore prontezza di spirito. Le battute insomma, bisogna saperle fare. Intanto Miss Padania ammette di non sapere chi sia Alberto da Giussano e il giocatore più rappresentativo della 'nazionale' padana, Maurizio Ganz, racconta che sarà felice se l'Italia di Marcello Lippi andrà avanti nel Mondiale sudafricano.
'El segna semper lu' preferisce sorvolare, e gli conviene, sulle uscite del Senatur: "Non commento, non commento", premette subito appena sente il nome di Bossi. "Se l'Italia va avanti, mi fa piacere". E ancora: "La politica è sempre entrata nel calcio, anche in quello di club, e quindi non mi sorprende che ci siano queste polemiche. Si deve parlare di sport, di questo bel Mondiale (bello???…, ndr) e delle tante belle partite". Non commenta neanche il tifo anti Italia in onda su Radiopadania "perché non ho sentito nulla e quindi meglio lasciar perdere. Ma ognuno si prende la responsabilità di ciò che dice e in Italia c'è libertà di pensiero". Infatti, ognuno è libero di dire ciò che crede. Soprattutto ogni quattro anni.

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