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Scherma: Mondiali, la milanese Moellhausen oro nella spada a squadre

Padre tedesco, mamma brasiliana: lei è nata a Milano, ma vive e si allena a Parigi. A 23 anni, insieme alle compagne Bianca Del Carretto, Cristiana Cascioli e Francesca Quondamcarlo, Nathalie Moellhausen tesserata per l'Aeronautica militare, ha riscritto la storia della spada italiana e perdonateci la retorica.  Mai, infatti, l'Italia femminile, dal 1989, da quando a Denver l'arma venne inserita tra le prove iridate, era riuscita a conquistare l'oro a squadre. L'impresa era stata centrata, ma nell'individuale, dalla sola Laura Chiesa, nel 1994 ad Atene. E dal '92 la squadra (bronzo) non conquistava più una medaglia mondiale, anche se queste stesse ragazze, con Boscarelli al posto di Quondamcarlo, due anni fa erano comunque riuscite a vincere un campionato europeo.   (foto www.federscherma.it )
Se l'Italia ha dominato la finale, imponendosi sulla Polonia 45-31, il cammino precedente, a parte gli ottavi (45-28 sull'Ucràina) è stato sofferto ed emozionante, con i successi di misura su Romania (32-31, nei quarti) e Francia (29-28 in semifinale) e le ultime, decisive, stoccate messe a segno sempre da Bianca Del Carretto, la genovese dal killer instinct, come l'Alfredo Rota di Sydney 2000, per intenderci.  Ma ovviamente in una prova di squadra tutte le atlete danno il loro contributo e Nathalie Moellhausen si è rivelata fondamentale in semifinale, con l'Italia sotto anche di cinque stoccate (18-23) con la Francia: è stata la milanese a dare il là alla rimonta, poi completata da un'incredibile Del Carretto, che in finale ha chiuso i primi due assalti con le polacche con un parziale di 11 stoccate messe a segno e nessuna subita, degna del miglior Riboud…

Tutte insieme le ragazze hanno dedicato la vittoria a Carlo Carnevali, il c.t. scomparso improvvisamente alla fine dell'anno scorso e da cui Sandro Cuomo, ex grande spadista oro a squadre ad Atlanta '96, ha raccolto il testimone.

L'Italia chiude la rassegna iridata con 4 ori, due argenti, tre bronzi e il primo posto nel medagliere. Nessuno si stupisca. E' così da oltre 100 anni…
Gianmario Bonzi

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