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Il saggio Mourinho ne capisce più di noi, 'assolve' i cori anti-Balotelli e chiede di parlare di calcio

Qualcosa è cambiato in Jose Mourinho. Decisamente. Dai tempi in cui provocava (nemmeno tanto lontani) e vituperava colleghi vicini e lontani ha subito una trasformazione ‘mediatica’ non indifferente, in grado di deviare la sua arguzia verso commenti veramente interessanti e chiari. Prendete il caso legato agli insulti a Mario Balotelli. Avrebbe potuto fare la vittima, evento già capitato, avrebbe sposato in toto la causa del suo giocatore, invece è stato, pratico, onesto e soprattutto chiaro, spegnendo così sul nascere le polemiche che giornalisti genuflessi e parolai avevano già cominciato ad accendere sulla ‘bieca Italia razzista’.

Ho visto televisioni convocare psicologi, analisti sociali, ho sentito un giornalista (!) parlare della necessità di convocare Balotelli in Nazionale per ‘dare un segnale’ e follie di questo genere.

Quasi indifferente a tutto questo inspiegabile trambusto, con il suo solito stile alla Buster Keaton, Mourinho ha replicato placido, nella conferenza stampa del prepartita in vista del ritorno di Coppa Italia che vedrà l'Inter affrontare la Sampdoria: “Non so se si tratta di una situazione di razzismo o meno. L'unica cosa che posso dire è che, da parte mia, cerco di educare calcisticamente un giocatore sotto tutti gli aspetti. L'unica cosa che non mi piace di Balotelli è il fatto che discuta sulle decisioni dell'arbitro e che magari, per questo, venga ammonito. Dal punto di vista tattico invece, continua a crescere fisicamente e tatticamente”. Così, tranquillo, senza scenate. Poi arriva al punto, ovvero ai fischi: “Se gli avversari sono arrabbiati perché lui è bravo, perché segna, perché è brillante, perché prende la palla, perché non ha paura di niente e di nessuno, questo è un problema loro”. E ancora, in faccia a tutti i sobillatori di un’Italia cattiva verso lo straniero: "L'Italia non è razzista e non lo è neanche il calcio italiano. Penso che non sia razzismo, basta vedere come Sissoko sia amato a Torino. L'episodio dei cori contro Balotelli è solo un modo ignorante di dimostrare dissenso per un avversario antipatico perché ti fa gol. E' solo un modo per dire che questo giocatore non piace. Ma non perché sia africano, ma perchè segna 'alla mia squadra', perché è difficile da marcare, e di conseguenza diventa 'antipatico'. Io però non voglio giocatori 'simpatici' agli avversari, se sono 'simpatici' a loro diventano 'antipatici' a me, e se sono antipatici a me… ciao! E' solo una maniera ignorante di esprimersi da parte di tanti giovani, perché si sa che le curve sono frequentate da tanti ragazzi. Se posso dire qualcosa in difesa della Juve è che quella di sabato non è stata la prima volta. E' successo in tanti stadi e anche in casa nostra”.

Ovviamente c’è anche una partita di Coppa Italia, ma come sempre, il giornalismo sportivo italiano, sembra dimenticarsene a favore di argomenti più importanti. E Mourinho lo nota, con un sarcasmo che forse non tutti hanno capito: “Posso solo farvi notare che domani giocheremo una semifinale di Coppa Italia e tutte le domande sono su Balotelli, Platini e sul calcio inglese. Evidentemente non siete interessati a questa partita…”. Direte: ì, ma anche tu hai incentrato tutto ‘sto post sul ‘Mourinho-pensiero’ su Balotelli. Vero. L’ho fatto per un motivo: spesso ho criticato Mourinho e il suo modo di fare, i suoi atteggiamenti, la sua fastidiosa saccenza. Ma qualcosa è cambiato, spero per sempre, in lui. Si è fatto ancora più furbo e, dalla presentazione della partita con la Juventus, non riesco più veramente a trovargli una virgola fuori posto. Complimenti, ‘sior’ Mourinho, sta conquistando anche me…

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