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L'Inter è fin troppo seria, il Milan quasi comico… sentimenti opposti sotto la Madonnina

Sono giorni intensi in casa Inter, ore che portano a uno degli appuntamenti più importanti della storia recente della società nerazzurra. La sfida di questa sera contro il Manchester United, gara di andata degli ottavi di Champions League, è il classico evento da tutto esaurito, con il tremito delle ginocchia quando da lontano si vede la figura del ‘Meazza’ diventare sempre più grande, circondata dagli schiaffi di luce che fendono l’aria, per la verità un po’ nebbiosa, che Milano propone quest’oggi.
Stadio esaurito ‘in ogni ordine di posti’ quindi, con ben sei mila tifosi provenienti da Manchester: il conto alla rovescia verso Inter-Manchester United ha il suono delle attese che il popolo nerazzurro culla ormai da troppo tempo, nella speranza di poter esplodere dopo 44 anni di inutili tentativi.
In panchina due autentici personaggi, profondamente diversi l’uno dall’altro, entrambi però tremendamente spocchiosi, uno dei due con la parola ‘pirla’ un po’ troppo spesso cucita in bocca. E 12 precedenti nettamente favorevoli a Jose Mourinho, che contro Sir Alex Ferguson si è imposto in ben 6 occasioni, con 5 pareggi e un unico successo del tecnico dei ‘red devils’.
Javier Zanetti e Davide Santon, il vecchio e il giovane, saranno due dei titolari della formazione interista che affronterà uno United rabberciato, due certezze importanti nella sfida di questa sera. L’argentino diventa il giocatore più presente nelle partite europee dell’Inter (con 118 scavalca Bergomi), il giovane italiano è invece al suo esordio europeo e alla sua sola 7.a partita di fila con la casacca del ‘biscione’.

Per il resto squadra a rombo, con Vieira neppure convocato e Stankovic a fare quartetto a centrocampo con Muntari, Cambiasso e, appunto, Zanetti. L’infortunio di Samuel pone invece problemi al centro della difesa. Alla fine, per due maglie, la spunteranno Chivu e Rivas, ai danni di Cordoba e Burdisso.

A San Siro questa sera ci sarà anche David Beckham, in tribuna: una presenza che unisce le due maglie del ‘diavolo’, quella rossonera del Milan e quella biancorossonera del Manchester United, maglie che Beckham ben conosce. L’inglese ha lasciato Milanello per andare a trovare gli ex compagni di squadra e suonare la carica perché lo United gli restituisca quanto tolto al Milan dai ‘cugini’. Così, mentre la squadra di Ancelotti si prepara al ben diverso appuntamento dell’attuale Coppa Uefa (rischiosissimo match di ritorno contro il Werder Brema), in mattinata assieme alla brioche è stata servita la ‘striscia comica’ del giornale, con la notizia della richiesta, da parte dello sceicco Al Mansour (quello che voleva Kakà al Manchester City), di fare proprio il 40 per cento della società rossonera. Da ribaltarsi dal ridere se non fosse che la notizia avrebbe pure qualche fondamento, visto che arriverebbe proprio dal sottobosco Fininvest (in cui lo stesso Al Mansour sguazza con una piccola ma molto significativa quota di presenza.
Normalmente, quando si arriva a parlare di cessione di società o di parte di essa, significa che si è quasi arrivati al fondo. Starà al Milan, in questi giorni, cercare di non farsi travolgere dall’’effetto Inter’ di Champions, proseguire il suo viaggio di coppa e rimanere incollato al treno delle prime in campionato. Rispedendo al mittente le richieste dello sceicco.
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