Il diritto di culto riconosciuto: il Comune deve individuare un'area per la moschea.
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Un’importante sentenza per la libertà di culto
La recente sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un momento cruciale per la comunità islamica di Magenta. Dopo anni di richieste e battaglie legali, l’associazione islamica Abu Bakar ha finalmente ottenuto il riconoscimento del proprio diritto di avere un luogo di culto nella città dell’Est Milano. Questo verdetto non solo ribalta la decisione precedente del Tar, ma sottolinea anche l’importanza della libertà religiosa, un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana.
Il percorso legale dell’associazione Abu Bakar
La storia di questa vicenda inizia nel gennaio 2020, quando l’associazione ha presentato una richiesta formale al Comune di Magenta per l’assegnazione di un’area da destinare alla preghiera. La giunta comunale, tuttavia, ha respinto la richiesta, sostenendo che non esistessero spazi idonei. Questa decisione ha portato a un lungo contenzioso legale, con l’associazione che ha fatto appello al Tar della Lombardia per rivendicare il proprio diritto di culto. Nonostante le buone intenzioni, il Tar ha inizialmente respinto l’istanza, lasciando la comunità in una situazione di incertezza.
Le implicazioni della sentenza
Con la recente sentenza, i giudici del Consiglio di Stato hanno messo in discussione le affermazioni del Comune riguardo all’indisponibilità di aree adatte. Gli avvocati dell’associazione, Luca Bauccio e Aldo Russo, hanno commentato che “cade l’alibi dell’indisponibilità delle aree”, un argomento spesso utilizzato per negare ai musulmani e alle minoranze religiose un diritto fondamentale. Questa decisione non solo rappresenta una vittoria per l’associazione Abu Bakar, ma è anche un segnale importante per tutte le comunità religiose che si trovano a fronteggiare ostacoli simili. La sentenza invita le amministrazioni locali a riflettere sulla loro responsabilità nel garantire la libertà di culto a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede.