La procura di Milano richiede il processo per la ministra del Turismo per falso in bilancio e truffa aggravata.
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Le accuse contro la ministra Daniela Santanché
La ministra del Turismo, Daniela Santanché, si trova al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha sollevato un notevole clamore mediatico. I pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi hanno richiesto formalmente che la ministra venga processata per falso in bilancio riguardante i conti della società Visibilia Editore. Inoltre, Santanché è accusata di truffa aggravata ai danni dell’INPS, in relazione alle indennità di cassa integrazione per 13 dipendenti durante il periodo della pandemia da Covid-19.
Il contesto dell’inchiesta
La procura ha sostenuto in aula che “tutti sapevano e tutti hanno taciuto”, evidenziando un presunto silenzio collettivo attorno alle irregolarità contabili. Oltre alla ministra, sono coinvolte altre 17 persone nel caso Visibilia, tra cui il compagno di Santanché, Dimitri Kunz, e membri della sua famiglia. Queste persone hanno ricoperto ruoli significativi all’interno della società e delle sue affiliate, rendendo la situazione ancora più complessa.
La questione della competenza territoriale
Un ulteriore sviluppo significativo è rappresentato dalla decisione della giudice dell’udienza preliminare di Milano, Tiziana Gueli, di sottoporre alla Cassazione la questione della competenza territoriale per l’imputazione di truffa aggravata. Mentre l’accusa sostiene che la competenza debba rimanere a Milano, la difesa di Santanché ha avanzato la richiesta di trasferire il caso a Roma. La Suprema Corte avrà quindi il compito di decidere su questo aspetto cruciale, che potrebbe influenzare l’intero procedimento giudiziario.