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Patto per il lavoro a Milano, dallo smart working agli asili negli uffici: le novità

Il Patto per rilanciare occupazione e sviluppo dopo il Covid. L'assessore Cappello: far incontrare domanda e offerta di lavoro

Patto per il lavoro a Milano: le novità per rilanciare l'occupazione

Nella giornata di venerdì 29 aprile Milano siglerà il Patto per il Lavoro alla presenza del ministro Andrea Orlando e del sindaco Beppe Sala.

Patto per il lavoro a Milano: difficile trovare un impiego

Dal mese di gennaio Alessia Cappello, assessore al Lavoro e allo Sviluppo economico, sta lavorando al Patto insieme ai sindacati -Cgil, Cisl e Uil- Camera di Commercio, Confcommercio, Assolombarda, Afol e Città metropolitana.

L’obiettivo del Patto è quello di rilanciare lo sviluppo economico e l’occupazione. Tra le criticità spicca l’incrocio tra domanda e offerta: le opportunità di lavoro difficilmente soddisfano le competenze richieste. Pertanto, risulta difficile reinserirsi nel mondo del lavoro.

Patto per il lavoro a Milano: i quattro pilastri

Cappello sottolinea: “Il Patto consiste in quattro pilastri, quattro linee di sviluppo strategico. E tutte e quattro rispondono al tema dell’incrocio tra domanda e offerta”. Particolare attenzione alla formazione, al lavoro legale e sicuro, alle opportunità e all’attrattività di Milano; il capoluogo lombardo deve investire sui giovani e attrarre le start up.

Necessaria una diffusione capillare degli Sportelli per il lavoro: nei mercati comunali, nei Centri donna, nei caselli daziari, nei Centri antiviolenza. Inoltre, grazie ai protocolli con Inps e Agenzia delle Entrate è possibile fornire una consulenza su tutto il mondo previdenziale e integrativo.

Patto per il lavoro a Milano: smart working e asili

Secondo Cappello, lo smart working -eredità lasciata dalla pandemia di Covid-19- va incentivato perché fa parte dell’equilibrio tra vita privata e vita professionale“. Le aziende potranno aprire internamente anche asili, non solo per i dipendenti, ma anche alla collettività, al fine di favorire il ritorno in presenza dei lavoratori, i quali non saprebbero dove lasciare i propri figli.

In aggiunta, è possibile convenzionare con il Comune servizi come palestre, spazi di coworking legati alle start up -ospitati negli spazi di un’altra azienda che potranno essere di supporto per le attività di quell’impresa-.

Ogni tre mesi bisognerà fare il punto della situazione, per la messa a terra delle azioni.

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