Mentre 120mila persone sono in trepidazione per il ricorso al Tar che potrebbe far saltare la doppia data del concerto del Liga, lui e Vasco, due artisti habituè dello stadio di San Siro per i loro concerti, stanno seriamente pensando di abbandonare il capoluogo lombardo.
Quest'anno i concerti al Meazza sono stati sette, e altrettante le polemiche. Gli organizzatori hanno annunciato che si ritroveranno a fine estate per fare un bilancio definitivo e per dire basta alle proteste dei residenti, ai decibel ridotti, ai ricorsi e alla Ztl. Qualche giorno fa invece dopo il concerto di Bruce Springsteen 60mila persone si erano ritrovate a piedi perchè il concerto era finito verso mezzanotte, con un ritardo sul curfew (nel gergo degli addetti ai lavori si chiama così l'orario limite per un concerto) di 22 minuti.
Claudio Trotta (Barley Arts) ha dichiarato di aver concordato con Atm il potenziamento del servizio. Da Atm rispondono che era stato messo in campo il servizio chiesto all'agenzia organizzatrice (5400 euro per 4 bus sulla 90, sei navette e dieci jumbo aggiuntivi, che potevano servire "solo" 2mila persone). Il potenziamento della metrò invece non era stato richiesto.
Il ricorso al Tar non è stato ancora depositato ma il promoter di Ligabue Ferdinando Salzano (Friends&Partners) ha annunciato che questo di luglio potrebbe essere il suo ultimo show a Milano. Al Corriere ha dichiarato: "La musica vuole risposte chiare, se si può usare lo stadio o meno. Se saremo costretti allora lasceremo Milano. Ma sarebbe un'assurdità".
A quanto pare anche Piazza Duomo sta per diventare una zona off-limits per i concerti, e anche se si opta per l'Arena bisogna scontrarsi con residenti (che soffrono già il traffico) e ambientalisti (per difendere le piante). Idem per gli altri parchi.
La città insomma, nonostante stia cavalcando a vele spiegate verso l'Expo, impazzisce per 60mila persone come fa notare Pierfrancesco Majorino del Pd che chiede a gran voce un superassessorato alla cultura e agli eventi.
L'assessore Giovanni Terzi invece si scaglia contro la "cultura della città dormitorio" e che "la questione è culturale, questa è la città dei no. Le minoranze mettono in discussione i diritti delle maggioranze. La città deve svegliarsi, riconquistare parchi e piazze. Solo così si strappano al degrado".
Intanto ci sono altri cittadini che subiscono la movida ogni sera e non vengono ascoltati come i famosi 47 di San Siro: sul Corriere c'è una lettera che denuncia la situazione della Darsena.
"[…]Ecco. Palazzo Marino ascolta i cittadini di serie A di San Siro, si preoccupa di trovare un compromesso. Loro sono forse più bravi a far sentire le loro ragioni, ma non si rendono conto che la musica dal vivo rende Milano una città vera e viva? I cittadini di serie B invece sentono la musica molesta e i rumori tutte le sere, ma non hanno ascolto".