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Meritocrazia in Italia: un’illusione da sfatare

Meritocrazia: un concetto che tutti amiamo, ma che pochi comprendono davvero.

Diciamoci la verità: il concetto di meritocrazia è uno dei più abusati e fraintesi del nostro tempo. Ci è stato insegnato che se si lavora sodo, i risultati arriveranno. Tuttavia, cosa si può dire di chi, nonostante l’impegno, non riesce a sfondare?

La realtà è meno politically correct: in Italia, il successo non dipende solo dalle capacità personali. Secondo dati recenti, il 70% delle posizioni di lavoro di alto livello è occupato da individui che provengono da contesti socio-economici privilegiati. Una statistica che fa riflettere.

Molti crescono con l’illusione che il duro lavoro possa superare ogni barriera. Tuttavia, i numeri indicano un’altra verità: le raccomandazioni, le reti di contatti e la fortuna giocano un ruolo cruciale. Un’indagine del 2022 ha rivelato che il 60% dei manager ammette di aver assunto candidati raccomandati, piuttosto che quelli più qualificati.

Analizzando la situazione da un’altra prospettiva, è evidente che la meritocrazia è un’illusione confortante per molti. Essa ci fa sentire meglio riguardo alle nostre scelte, mentre ignora le ingiustizie sistemiche che permeano il mercato del lavoro. Il re è nudo, e ve lo dico io: l’idea che il talento possa prevalere su tutto è una favola.

In conclusione, è fondamentale riconoscere che il sistema è progettato in modo tale da favorire alcuni a scapito di altri. La meritocrazia, così come la conosciamo, è un mito che deve essere smontato. È tempo di iniziare a pensare criticamente e a mettere in discussione le narrazioni che ci vengono propinate. È tempo di aprire gli occhi.

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