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Corteo a Milano: la lotta per il Leoncavallo e gli spazi sociali

Un fiume di manifestanti ha invaso Milano per difendere il Leoncavallo e protestare contro le politiche edilizie.

La città di Milano, che si presenta come un fulcro di innovazione e progresso, ha mostrato un lato vulnerabile e contraddittorio. Recentemente, il corteo organizzato per protestare contro lo sgombero del Leoncavallo ha attirato un numero significativo di manifestanti, dimostrando che la lotta per spazi sociali e per il diritto all’abitare è ben lontana dall’essere archiviata. Sabato 6 settembre, oltre 60.000 persone hanno sfilato per le strade, e la loro voce risuona chiara: non ci fermeranno così facilmente.

Un corteo di protesta che fa rumore

La manifestazione è partita da Porta Venezia con lo slogan “Giù le mani dalla città” e ha visto la partecipazione di diverse associazioni e gruppi politici. Il Leoncavallo non è solo un centro sociale, ma un simbolo di resistenza contro un modello di sviluppo che sacrifica la comunità sull’altare della speculazione edilizia. I manifestanti non hanno solo sventolato striscioni, ma hanno anche fatto sentire la loro voce contro le politiche abitative del Comune, che sempre più spesso si traducono in affitti insostenibili e in una crescente gentrificazione.

Il percorso del corteo ha attraversato il cuore di Milano, passando da Porta Romana fino a giungere in piazza Duomo, dove il monumento equestre a Vittorio Emanuele II ha ospitato lo striscione più rappresentativo della giornata. Questo non è stato solo un evento di protesta, ma una celebrazione della cultura e dell’identità di una città che desidera riprendersi gli spazi pubblici, sottraendoli a chi pensa solo al profitto.

Le voci di chi fa la differenza

Nel corso della manifestazione, diversi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura hanno preso parola. Dall’attore Claudio Bisio a Paolo Rossi, la presenza di queste figure ha dato ulteriore risonanza alla protesta. La sinergia tra arte e attivismo è sempre stata una forza propulsiva in momenti di crisi. “Il Leoncavallo è un patrimonio di tutti noi”, ha affermato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, sottolineando come la lotta per spazi sociali sia una battaglia per la dignità e il futuro della città.

Le dichiarazioni di esponenti politici, come Alessandro Capelli del PD, hanno evidenziato la necessità di risposte concrete alle istanze dei manifestanti. “Non è una contraddizione essere qui”, ha sostenuto, evidenziando come il suo partito debba dare ascolto alle richieste della piazza. Senza un dialogo reale, il rischio è quello di lasciare spazio a forze politiche che non hanno a cuore il bene comune.

Un futuro da costruire insieme

Concludendo il corteo, i partecipanti hanno ribadito la loro determinazione a continuare la lotta per il Leoncavallo e per tutti gli spazi sociali a rischio. “Vogliamo una città diversa e oggi abbiamo iniziato a riprendercela!” ha dichiarato un portavoce del centro sociale. Questa affermazione racchiude una verità scomoda: le comunità non possono essere sacrificate per il profitto. È fondamentale che le istituzioni ascoltino e rispondano alle reali esigenze dei cittadini.

La protesta di Milano non è un’eco isolata, ma un sintomo di un malessere più profondo che attraversa numerose città italiane. La lotta per il diritto all’abitare e per spazi di socializzazione è una questione che riguarda tutti, e ignorarla sarebbe un grave errore. È tempo di pensare criticamente e di agire, perché il futuro della città dipende da noi.

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