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Monsignor Binda lascia Abbiategrasso: il significato di un cambiamento

Un addio che non è solo un cambiamento, ma un invito a riflettere sulla nostra missione di vita.

Diciamoci la verità: il passaggio da un leader spirituale a un altro è un momento critico in ogni comunità. Il 31 agosto, la basilica di Santa Maria Nuova si prepara a celebrare il commiato di monsignor Innocente Binda, che lascia Abbiategrasso dopo undici anni di servizio. Ma quali sono le implicazioni di questo cambiamento? E cosa ci insegna sulla natura della fede e della comunità?

Un cammino condiviso: l’eredità di monsignor Binda

Nel corso della sua permanenza, monsignor Binda ha portato una ventata di freschezza all’interno della comunità pastorale “San Carlo Borromeo”. Ha sottolineato l’importanza di vivere il Vangelo nella quotidianità, un concetto che, a ben vedere, è spesso trascurato. Le sue celebrazioni e i suoi insegnamenti hanno incoraggiato i fedeli a guardare oltre il semplice rituale, a considerare la fede come un’esperienza viva e dinamica. Ma, come afferma un noto detto, il re è nudo, e ve lo dico io: non tutti i membri della comunità hanno accolto con entusiasmo i cambiamenti promossi da Binda. Alcuni si sono sentiti a disagio di fronte a innovazioni che richiedevano un impegno maggiore, un coinvolgimento attivo. Eppure, è proprio questo sforzo che ha contribuito a rafforzare i legami all’interno della comunità. È un paradosso: mentre molti si lamentano della mancanza di slancio nella vita religiosa, pochi sono disposti a mettere in discussione le proprie abitudini.

Il futuro è adesso: una nuova missione

La realtà è meno politically correct: il passaggio di monsignor Binda a Milano non segna solo un cambiamento di sede, ma rappresenta anche un nuovo inizio per lui e per la comunità. Il sacerdote ha dichiarato che continuerà a offrire il suo servizio per la diocesi, mantenendo un legame con la sua ex comunità. Questo è un gesto nobile, ma ci invita a riflettere su quanto spesso ci limitiamo a pensare che il nostro compito sia concluso quando un leader lascia. Ora, la comunità di Abbiategrasso deve affrontare la sfida di trovare un nuovo responsabile, don Angelo Puricelli, che dovrà raccogliere l’eredità di Binda e affrontare le sfide di un mondo in continuo cambiamento. Ma è evidente che il punto non è solo trovare un sostituto, bensì capire quale direzione prendere. Dobbiamo chiederci: quali sono i valori che vogliamo portare avanti? E come possiamo farlo in un contesto che cambia rapidamente?

Riflessioni su un addio e sul futuro

In conclusione, l’addio di monsignor Binda è un’opportunità per la comunità di riflettere non solo sul passato, ma anche sul futuro. È un invito a ripensare la propria missione e il proprio ruolo nel mondo. La celebrazione in basilica del 31 agosto non deve essere solo un momento di addio, ma un’occasione per rinnovare l’impegno comune verso la comunità e la fede. So che non è popolare dirlo, ma dobbiamo smettere di lamentarci e iniziare a costruire. L’esperienza di monsignor Binda ci ha insegnato che la vera fede è proattiva, non reattiva. La comunità deve essere disposta a innovare e a mettersi in gioco, altrimenti rischiamo di diventare un museo di ricordi, piuttosto che un luogo vivo di fede e speranza.

Invito tutti a riflettere su questa transizione e su come possiamo contribuire alla crescita di una comunità che non teme il cambiamento, ma lo abbraccia con spirito di apertura e collaborazione.

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