Il processo su Carige porta a condanne significative per i dirigenti coinvolti e l'istituto stesso.
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Il verdetto del processo Carige
Il recente processo che ha coinvolto la Banca Carige ha portato a condanne significative per i suoi vertici. Paolo Fiorentino, ex amministratore delegato dell’istituto e attuale CEO di Banca Progetto, è stato condannato a quattro anni di reclusione per manipolazione del mercato e false comunicazioni. La sentenza rappresenta un duro colpo per la reputazione di Carige, che ha già affrontato difficoltà finanziarie negli ultimi anni.
Le sanzioni per i dirigenti
Oltre alla pena detentiva, Fiorentino dovrà pagare una multa di 50mila euro e sarà interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Anche Mauro Mangani, ex responsabile della tenuta delle scritture contabili, ha ricevuto una condanna a due anni e mezzo di carcere. Queste decisioni evidenziano la gravità delle accuse e l’impatto delle loro azioni sul mercato e sugli investitori.
Le conseguenze per Carige
La Banca Carige, nel frattempo acquisita da Bper, è stata condannata a pagare una sanzione di 700mila euro. Questa condanna non solo rappresenta una sanzione economica, ma segna anche un capitolo difficile nella storia dell’istituto, che ha dovuto affrontare una crisi di fiducia da parte dei clienti e degli investitori. Inoltre, è stata disposta una provvisionale di oltre 28mila euro a favore di Malacalza Investimenti, principale parte civile nel processo.
Le richieste del pubblico ministero
Il pubblico ministero Paolo Filippini aveva inizialmente richiesto pene più leggere, ma il giudice ha optato per sanzioni più severe, riconoscendo la gravità delle violazioni commesse. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni, ma già ora è chiaro che il processo ha avuto un impatto significativo sul panorama bancario italiano.