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La scomparsa di un giovane esemplare. Manuel Mastrapasqua “era un individuo umile, accumulava fondi per costruire un futuro con la sua compagna.”

Rozzano (Milano) – “Manuel desiderava una vita semplice. Lavorava instancabilmente per risparmiare e realizzare il sogno di avere una casa tutta sua, dove poter condividere tutto con la fidanzata. Forse non c’era nulla di incredibile in questo. Eppure, quella semplicità costituiva la sua forza. Oggi sento un mix di rabbia e un dolore che non svanirà mai. In Italia, gli sforzi professionali spesso richiedono sacrifici eccessivi rispetto ai risultati ottenuti: Manuel tornava a casa dopo la mezzanotte, usando i mezzi pubblici da Milano a Rozzano, poiché non aveva ancora una macchina. Purtroppo, questo comportamento lo esponeva a determinati rischi.”

Così si esprime un’amica di Manuel, che desidera rimanere anonima. “Cosa è successo a lui? Chi gli ha recato danno? Vorrei che si facesse di più per garantire sicurezza a Rozzano. Girare di notte è veramente spaventoso. Chi non ha alternative si trova in situazioni critiche. Anche durante il giorno, è facile imbattersi in ‘disperati’ che chiedono insistentemente denaro. Anche a Manuel capitava spesso, me lo raccontava sempre”. Il ricordo di Manuel si riflette anche nelle parole di un ex compagno di classe: “Era un ragazzo riservato, frequentava il liceo Calvino con me. Era serio, educato e molto pacato. Non riesco a immaginare cosa gli sia successo. Sono sotto shock. Credo che sia stato vittima di un atto violento da parte di qualcuno senza scrupoli; lui non era coinvolto in situazioni problematiche.”

Alcuni amici evidenziano che “Manuel dedicava la sua vita alla fidanzata e alla famiglia. La sua compagna è ligure, si incontravano ogni qualvolta ne avevano l’opportunità e nutrivano sogni di una vita insieme”. Ora, quel futuro è andato perduto per sempre. I colleghi del Carrefour di Maciachini sono in lutto. Solo i vigilanti del parcheggio e del negozio si sentono in grado di commentare: “Era un grande lavoratore e una persona perbene. Non dava mai problemi, anzi, era sempre disponibile e non si lamentava”. I suoi turni non erano regolari, raccontano. “Ma lui arrivava spesso con largo anticipo e si concedeva un po’ di tempo prima di iniziare. Si rilassava fumando o sorseggiando un’aranciata. Oggi è una giornata estremamente triste, Manuel non meritava una fine così”.

Dai giovani di Area 51, dove di frequente vengono inviati ex detenuti per prestare servizi socialmente utili, agli ex compagni di scuola: per tutti, Manuel Mastrapasqua era una persona di valore, un lavoratore che si occupava delle proprie faccende. Mentre le indagini sull’omicidio si concentrano soprattutto sulla possibilità di una rapina conclusasi in tragedia, a Rozzano cresce la rabbia e l’incredulità per un ragazzo che stava tornando da lavoro. “Se questa è Rozzano, c’è un grave problema da affrontare; finché sono i malavitosi a nadiversi i problemi possono rimanere loro. Ma Manuel tornava a casa dal lavoro. Spesso finiva di lavorare tardi, con turni che lo portavano a rientrare dopo le 2 di notte,” racconta una sua ex compagna del Liceo. Insieme frequentavano il Calvino di Rozzano. “Un ragazzo per bene, aggredito e ucciso a pochi passi dalla sua casa, forse per una rapina. Ma dove stiamo andando?”. Domande condivise da molti a Rozzano.

Manuel era un ragazzo esemplare, senza alcun problema legale: i documenti non riportano nulla, nemmeno una contravvenzione. Solo un vecchio reclamo per smarrimento di documenti. Abitava con sua madre e il fratello. Ogni sera seguiva lo stesso tragitto: prendeva la metro da Maciachini, dove svolgeva il suo lavoro, per poi raggiungere il Duomo e, infine, salire sul tram 15. Spesso era l’ultima corsa e in un lasso di tempo di circa 25-30 minuti arrivava a casa. “Conosco bene la famiglia – dice un vicino di via Lillà – sono persone corrette. La situazione che si è verificata è incredibile.”

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