Durante la visita nella struttura detentiva di piazza Filangieri, in occasione dell’inaugurazione dello spazio Off Campus del Politecnico, il sindaco Beppe Sala ha affermato: “San Vittore sta in piedi grazie alla buona volontà di chi ci lavora e dei volontari, ma non è un carcere degno di Milano.
O viene rimesso a norma a costo anche, se necessario, di ridurre il numero di ospiti, o non si può andare avanti”.
Secondo il primo cittadino non è ammissibile che, nel reparto femminile, una detenuta, magari incinta, condivida con tre detenute uno spazio di pochissimi metri quadrati e dovendo fare i suoi bisogni debba utilizzare un bagno con la turca.
“O si investe, si cambia e lo si mette a norma o è meglio trasferirlo“, denuncia Sala, annunciando che chiederà al nuovo ministro della Giustizia di farsi carico della questione.
Francesco Maisto, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano, segnala che i veri problemi di San Vittore sono il sopraffollamento e la struttura: “Bisognerebbe riuscire a operare, come fatto in altre occasioni, creando una situazione di sfollamento parziale di mese in mese per ristrutturare almeno le celle non a norma“.
Nel frattempo, il Politecnico ha realizzato il terzo spazio del progetto Off campus – Il cantiere per le periferie proprio nella struttura. Grazie a questo progetto ricercatori e studenti lavorano nelle aree più difficili della città al fine di capire come San Vittore possa essere messo al centro del capoluogo lombardo.
I ricercatori del Politecnico, della Bocconi e della Bicocca frequenteranno lo spazio Off Campus, realizzando una clinica legale. Andrea Di Franco, docente del dipartimento di Architettura e studi urbani e responsabile della ricerca sullo spazio detentivo, chiarisce: “Saremo qui almeno due giorni a settimana.
Inizieremo con l’ascolto degli operatori per capire come rapportarci con gli ospiti e interverremo sulla ‘zona ad alto rischio suicidi’ cercando di migliorare l’ambiente per far sì che persone anche con disagi psichici possano vivere meglio questa condizione“.
L’obiettivo è migliorare la qualità degli spazi di reclusione, costruire un archivio storico per raccontare il tema della detenzione e condividere storie di vita per narrare all’esterno la realtà del carcere.
Nasce anche l’idea di recuperare l’ampio spazio sotto il carcere affinché possa ospitare opere di artisti – in collaborazione con il Pac, Padiglione di arte contemporanea – e opere realizzate dai detenuti.