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Sono numerosi i medici di base che stanno andando in pensione a Milano.
L’ultimo bando di Ats per coprire gli studi vacanti è stato un fallimento: a pagarne le conseguenze sono i cittadini.
Ats chiarisce che chiunque sia alla ricerca di un medico, non riuscendo a trovare disponibilità online, può recarsi allo sportello in corso Italia, 52. “Il sistema informatico gestito da Aria dà disponibilità di scelta solo per i medici “massimalisti” cioè quelli che accettano fino a 1.500 pazienti, mentre per quelli che vanno anche in deroga al limite, fino a 1.800 pazienti, possono essere scelti solo andando personalmente a fare la coda.
Ognuno di questi medici che accettano oltre i 1.500 pazienti, ha 4-500 posti liberi”.
Regione Lombardia segnala la stessa problematica in tutte le Ats lombarde. I cittadini senza medico, accedendo al sistema tramite il fascicolo sanitario con il loro Spid, non riescono ad operare. Ats Milano spiega: “Il problema nasce dai nuovi incarichi che stiamo dando di fronte alle uscite di chi è andato in pensione.
Per esempio, nel Municipio 1 della città abbiamo tre nuovi medici incaricati temporanei e un altro che ha risposto al bando che abbiamo fatto ed entrerà in servizio il primo luglio. E tutti questi non vengono assegnati dal sistema online, anche se resteranno in servizio fino alla nomina dei titolari, col nuovo bando che partirà a giugno”.
In Lombardia mancano ben 1.532 medici di base, nei prossimi cinque anni 2.475 andranno in pensione.
Nel Municipio 7 viene riscontrata la situazione peggiore meneghina: per non lasciare scoperte intere zone, Ats organizzerà un servizio di continuità assistenziale.
Chi rimane senza medico di base può affidarsi ai privati, gruppi di medici specialisti che offrono pacchetti con servizi di check up e prevenzione, ovviamente a pagamento. Nei centri privati, oltre alle visite specialistiche, vi sono servizi di Medicina generica sia nelle sedi dell’istituto, sia a domicilio.
L’assistenza è garantita anche in caso di sintomi legati al Covid-19 che richiedono un supporto medico: “si dà supporto a persone malate o fragili che non possono uscire di casa”. Sempre a pagamento, i privati assicurano la telemedicina o la visita in modalità ibrida: “un infermiere andrà a casa del paziente e si collegherà con un medico da remoto attraverso un dispositivo per la misurazione dei parametri”.
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