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Il nuovo impianto sportivo che dovrebbe nascere nell’area dell’ex Palasharp e dovrebbe ospitare le partite di hockey su ghiaccio alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 è nuovamente in standby.
Lo scorso 5 aprile l’Istituto Suore della Riparazione, situato in via Carlo Salerio a pochi passi dall’ex palazzetto di via Sant’Elia, ha notificato al Comune un atto di citazione avanti il Tribunale di Milano, al fine di presentare duplice istanza: la demolizione dei resti dell’ex Palasharp e la richiesta di sospensione dell’esecuzione del progetto di realizzazione della nuova Milano Hockey Arena.
La prima udienza è fissata il prossimo 4 ottobre, pertanto, fino ad allora i lavori per il nuovo palazzetto olimpico non potranno partire.
Lo scorso 3 giugno il caso ex Palasharp sembrava risolto. Ticketone e Mca Events, le società proponenti del progetto del nuovo impianto, avevano deciso di esercitare il diritto di prelazione e aggiudicarsi il bando per la realizzazione della Milano Hockey Arena.
Il 5 aprile però, esattamente due mesi prima, l’Istituto Suore della Riparazione aveva già notificato al Comune l’atto di citazione al Tribunale descritto sopra.
Inutile sottolineare che questo stop rischia di impedire la realizzazione dell’impianto: una pessima notizia in chiave olimpica. Se si considera che anche sul progetto del PalaItalia a Santa Giulia -destinato a ospitare le partite di hockey maschile nel 2026- pendono due ricorsi al Tar, la situazione non migliora.
Nel frattempo, sorge spontanea una domanda: chi trae vantaggio da questi stop ai nuovi impianti sportivi?
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