Ha trovato lavoro Sahabuddin, il venditore di rose di 55 anni spinto senza motivo nelle acque dei Navigli da due giovani.
Grazie alla raccolta fondi della Caritas Ambrosiana all’uomo sono stati donati 6.459 euro e un’offerta di lavoro.
Il titolare del ristorante Oyster e Samba, Douglas Di Modica, è stato uno dei primi a offrire un posto di lavoro a Sahabuddin. L’uomo comincerà con un contratto par time come lavapiatti e addetto alle pulizie. “Un impiego stabile può aiutarlo a regolarizzare i documenti – spiega Di Modica – e a immaginare un piano di ricongiungimento familiare.
Cercheremo di assumere anche uno dei figli, se vorranno venire in Italia. Solo così potremo dare una svolta alla vita di questa persona che mostra negli occhi un forte segno di sofferenza. Sono consapevole che ci saranno dei grossi ostacoli linguistici, ma mi assumo l’impegno e non lo abbandonerò“.
L’uomo ha raccontato della sua famiglia ai volontari del servizio Accoglienza migranti della Caritas. A Dacca, in Bangladesh, vivono i suoi anziani genitori, la moglie e cinque figli.
Ormai non li incontra da 8 anni e il periodo senza poterli chiamare – poiché il telefono era caduto insieme a lui nel Naviglio – è stato uno dei più brutti. I familiari, infatti, lo hanno creduto morto. Ha passato alcuni anni in carcere, dove l’hanno più volte torturato, poi è sbarcato in Sicilia, per finire a Milano, passando prima per Aosta. A maggio del 2020 ha perso il suo lavoro in un’impresa delle pulizie, non riuscendo così a mandare più i soldi alla sua famiglia.
Poi a luglio l’aggressione: due ragazzi lo spingono nell’acqua del Naviglio e poi scappano.