La statua di Indro Montanelli a Milano torna a far discutere: dopo essere stata imbrattata l’8 marzo 2019 dalle attiviste di ‘Non una di meno’, adesso sono i ‘Sentinelli di Milano’ a richiederne rimozione direttamente al sindaco Beppe Sala in una lunga lettera che ha scatenato non poche polemiche.
Il motivo della rimozione sarebbe da riscontrare nella colpa del giornalista e scrittore italiano che in Africa, durante il colonialismo, si macchiò della colpa di fare di una bambina eritrea la sua concubina. A lui la giunta del sindaco Gabriele Albertini intitolò anche il giardino di Porta Venezia dove c’è la statua a lui dedicata. La questione torna in auge proprio mentre in America si stanno ‘decapitando’ le teste delle statue di Cristoforo Colombo in segna di protesta.
E il dibattito toccherà anche Palazzo Marino nei prossimi giorni.
L’appello per la rimozione della statua di Indro Montanelli arriva direttamente dalla pagina Facebook de ‘I Sentinelli di Milano’: “A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia – si legge nella lettera denuncia social -.
Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l’intero consiglio a valutare l’ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza”.
E sul tema è intervenuto anche Matteo Salvini: il leader della Lega si dice infuriato per la proposta di rimuovere la statua dedicata allo scrittore e, inoltre, il cambio di intitolazione al parco dei Giardini siti in via Palestro.
“Giù le mani dal grande Indro Montanelli. Che vergogna la sinistra, viva la libertà”. E i Sentinelli rincarano la dose: “Dopo la barbara uccisione di George Floyd a Minneapolis le proteste sorte spontaneamente in ogni città con milioni di persone in piazza e l’abbattimento a Bristol della statua in bronzo dedicata al mercante e commerciante di schiavi africani Edward Colston da parte dei manifestanti antirazzisti di Black Lives Matter richiamiamo con forza ogni amministrazione comunale a ripensare ai simboli del proprio territorio e a quello che rappresentano”.
A fare richiesta in aula a Palazzo Marino sarà Diana De Marchi, consigliera comunale in quota Dem: “Ne parlerò con il gruppo quando riceveremo la richiesta. Certo, sarebbe tema della mia commissione e la storia tra Montanelli e una giovanissima donna eritrea così descritta era una brutta pagina per i diritti. Ma devo anche andare a ricostruire la proposta della statua, come era stata valutata, perché molti di noi non c’erano a quel tempo e nemmeno io”.
L’idea de I Sentinelli di Milano trova l’appoggio anche di Arci Milano. D’accordo con Matteo Salvini, invece, è Filippo Barberis, capogruppo dei Dem in Comune: “Sono molto, molto lontano culturalmente da questi tentativi di moralizzazione della storia e della memoria che trovo sbagliati e pericolosi. Atteggiamenti che hanno a che fare più con la categoria della censura che della riflessione critica e che hanno ben poco a che vedere con la sensibilità della nostra città che da sempre si confronta con le contraddizioni e la complessità della società e dei suoi personaggi.
Montanelli ha commesso un errore grave, imperdonabile. Se questo fosse però il criterio per rimuovere statue o cambiare il nome alle vie dovremmo rivedere il 50% della toponomastica mondiale”.