Un sit in nel senso più letterale del termine: questa mattina eravamo a Nerviano, tutti seduti accanto a Frediano Manzi, ex presidente di Sos Racket e Usura, che da quasi 10 giorni aveva scelto come gesto estremo di protesta contro l’assenza delle istituzioni lo sciopero della fame – al quale ha aggiunto poi anche quello della sete e dei farmaci.
Tutti intorno a Frediano per manifestargli solidarietà, per farlo sentire meno solo nella sua durissima battaglia contro racket e usura. Eravamo tanti ad affollare il salotto di casa sua, tra politici, consiglieri di zona, giornalisti, amici, le Agende Rosse con Salvatore Borsellino, Piero Ricca e Qui Milano Libera, Claudio Messora e un parlamentare: Emanuele Fiano. Che ha promesso di portare presto all’attenzione dei suoi colleghi le richieste di Frediano.
Il sit in quindi ha avuto l’effetto sperato: Manzi ha interrotto lo sciopero della fame. La questione però resta ancora aperta: accedere ai fondi per le vittime di usura infatti è molto difficile, i soldi – se arrivano – vengono consegnati dopo anni, e soprattutto vengono aperte in continuazione case da gioco legalizzate. E’ proprio lì infatti, spiega Frediano, che gli usurai trovano con facilità nuove vittime.