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La Casta di Silvio Bandinelli con Elena Grimaldi: quando il porno si mischia all'attualità

Silvio Bandinelli l'ho incontrato più volte, al Misex. Sì, ero lì per lavoro, non per divertimento (che poi, a ben vedere le due cose potrebbero pure coincidere); sapete bene che seguiamo l'evento qui su Blogosfere per provare a leggere il mondo del porno in maniera diversa: interviste alle pornostar che non contengano domande tipo "Qual è la tua posizione preferita" e interviste a registi e produttori per tentare di capire, ad esempio, qualcosa sulla crisi del porno.

A proposito, ho scritto un post su Spettacoli che riguarda proprio questo argomento, lo trovate qui. La notizia della messa in vendita di Playboy è indicativa dei tempi che cambiano. E della fine di un'era.

Ma stavo parlando di Silvio Bandinelli. Intervistarlo vuol dire parlare con una persona che riesce a dirti cose intelligenti. Si può non essere d'accordo, io tante volte non lo sono stato, ma almeno è possibile mettere in piedi un'intervista che in una fiera del sesso, a tratti, sembra quasi stonare. Volete un esempio? Riporto qui sotto l'intervista che il collega Silvio De Rossi ha fatto quest'anno al regista.

Insomma, puoi parlare un po' di tutto. E noi di Blogosfere ne approfittiamo sempre.

Ecco, e adesso – direte voi – che c'azzecca 'sto benedetto post sul porno e su Bandinelli qui su Milano. Bè, vorrei riportare un articolo di Repubblica Milano che parla di un nuovo film del regista che si occupa di temi decisamente al passo coi tempi, in un periodo in cui veline e papi la fanno da padroni.

E visto che il Misex, le nostre interviste alla fiera, e questo nuovo film si intrecciano bene, ritagliamo uno spazietto meno impegnato anche qui su Milano 2.0. Tra un Expo e una notizia di cronaca ci vuole anche qualche minutino di frivolezza.

di Davide Carlucci per Repubblica Milano

Se il sesso entra nel dibattito politico, il mondo del porno non può restare a guardare. E così ecco La Casta, l'ultimo film di Silvio Bandinelli, regista hard già autore di altre pellicole del genere. Nel cast figurano la milanese Alyce Noir, la spagnola Paola Guerra e la spezzina Michelle Ferrari, lanciata come sosia della Hunziker. La protagonista, però, è la pornostar bresciana Elena Grimaldi, che qui veste i panni di Elena Lavagna, ex soubrette candidata nel Pdl, il "partito della destra libera". In una scena la stanno intervistando e il giornalista le mostra le immagini mentre posa nuda per un calendario. "Bruciano queste immagini?", chiede l'intervistatore. "Non rinnego il mio passato – risponde lei – Anzi, è stato parte di un percorso che mi ha portato a Dio e all'impegno sociale. Il partito della destra libera mi ha dato questa opportunità".

Bandinelli ammette di essersi ispirato liberamente "a diverse donne, alcune delle quali impegnate nel centrodestra, e di averle fuse in un unico personaggio". Ma al Pdl, nella parodia a luci rosse, si contrappone il Pd, sigla che sta per "Progresso democratico" e che ha fra i propri esponenti un "comunista che ogni tanto si fa una canna" ma è "ben dotato e tatuato sulle braccia". Non mancano i riferimenti allo scandalo Unipol (qui Unidol) e agli intrecci tra politica e cooperative rosse. Nell'Italia bipolare, però, le contrapposizioni si ricompongono nella camera da letto: prima di una delle scene più spinte, i due protagonisti si ritrovano a letto lui che legge l'Unità, lei Famiglia cristiana.

"Non era possibile che il porno non si occupasse di questo momento storico – spiega Bandinelli, laureato in Storia del cinema al Dams di Bologna – anche se ormai la realtà, in politica, supera la nostra immaginazione. Oggi non esiste più un cinema civile, come ai tempi di Rosi e Damiani, e nemmeno una commedia all'Italiana che sappia raccontare l'attualità parlando dei potenti con toni grotteschi e scollacciati. Ho visto però il video di Berlusconi che dice di voler palpare una politica trentina e ho pensato, più che a quel capolavoro di Lucio Fulci, All'onorevole piacciono le donne, con Lando Buzzanca, ai B movies con Lino Banfi. Anch'io provo a fare la mia parte: a luglio girerò Forza Italia 2".

Sempre però con la massima cautela: i riferimenti troppo espliciti ai politici possono sfociare in cause penali, com'è successo per Mele marce, film  (di un altro regista) che si ispirava alla vicenda di Cosimo Mele, il parlamentare Udc inciampato in un festino a base di sesso e coca. "Gli avvocati dei politici sono terribili – dice Bandinelli – e noi nei nostri film abbiamo preso tutte le precauzioni, evitando riferimenti espliciti".

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