Il Tribunale del Riesame discute le misure cautelari per Enrico Pazzali e altri indagati.

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Il contesto del caso Equalize
Il caso Equalize ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica per la sua complessità e le implicazioni legali. Al centro della vicenda c’è l’agenzia di super spie, accusata di attività illecite e di violazioni della privacy. La procura di Milano sta cercando di fare chiarezza su una serie di eventi che coinvolgono diversi indagati, tra cui Enrico Pazzali, ex presidente della Fondazione Fiera Milano. La situazione si è intensificata con la richiesta di misure cautelari più severe, che potrebbero includere arresti domiciliari o addirittura il carcere per alcuni degli accusati.
Le richieste della procura
Oggi, davanti al Tribunale del Riesame di Milano, i pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro hanno presentato le loro richieste riguardo all’eventuale aggravamento delle misure cautelari. In particolare, si sta discutendo la possibilità di imporre arresti domiciliari a Pazzali, che nel frattempo ha deciso di autosospendersi dalla sua carica. Questa decisione è stata interpretata come un tentativo di distaccarsi dalle accuse e di proteggere l’immagine della Fondazione Fiera Milano.
Le dichiarazioni degli indagati
Nel corso delle indagini, alcuni degli indagati hanno rilasciato dichiarazioni significative. Gabriele Pegoraro, uno degli esperti informatici coinvolti, ha negato qualsiasi accusa riguardante il presunto dossieraggio su Marcell Jacobs, affermando di non aver mai esfiltrato chat o informazioni riservate. Le sue parole evidenziano la complessità della situazione e la necessità di un’indagine approfondita per chiarire i fatti. Inoltre, la procura ha deciso di rinunciare alla richiesta di carcere per Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker coinvolto nel caso, segnalando un possibile cambiamento nella strategia legale.