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Lavora a Milano ma studia a Catania: la storia del ‘Pendolare estremo’

Claudio Carastro, uno studente pendolare di Catania che lavora a Milano: ecco la sua scelta estrema

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Passaggio di un treno Frecciarossa sulla linea TAV alta velocita' sopraelevata nei pressi di Modena (Modena - 2022-07-08, Roberto Brancolini) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Lavora a Milano e studia Economia aziendale a Catania: questa è la storia del ‘pendolarismo estremo’ di Claudio Carastro.

La storia del giovane studente lavoratore

Claudio Carastro, 24enne di Paternò, rappresenta la storia di un giovane che ha deciso di lavorare al Nord, ma che ha continuato gli studi a casa sua, in Sicilia. I motivi li ha spiegati lui stesso in un’intervista per Skuola.net.

“Aereo alle 5, alle 9 gli esami”. Per sostenere gli esami racconta delle partenze all’alba e dei ritorni in tarda serata: un ritmo di vita che lui stesso ha definito ‘pendolarismo estremo’. Con questa scelta ha voluto dimostrare che le università del Sud non hanno nulla da invidiare al resto d’Italia.

L’obiettivo di Claudio

“La mia forma mentis, la mia istruzione, la mia crescita derivano tutte dal percorso fatto nella mia terra”.

Con questa scelta lo studente ha voluto dimostrare non soltanto il potere delle Università del Sud, ma un ruolo importante in questo processo è stato il legame indissolubile con la sua Sicilia.

Da cosa deriva la definizione di ‘pendolarismo estremo’

Il ragazzo ha, infine, spiegato come è nato questo termine:

“Mi è venuto in mente quando, durante la lettura di un bando per le borse di studio, vidi una tabella che riportava varie attribuzioni a seconda della distanza dello studente fuorisede. Si partiva dai “pendolari a stretto giro”, al di sotto dei 15 km di distanza, per poi proseguire a scaglioni. Ovviamente il mio caso era fuori da ogni schema, così pensai che, con una distanza di 1.420 Km non potevo che essere un ‘pendolare estremo’”.

Conciliare il lavoro con lo studio è stato difficile, ma non impossibile. Il giovane racconta di aver sfruttato ogni momento libero della giornata: studiava sul treno o durante le pause pranzo. Tuttavia, per molto tempo, ha dovuto rinunciare a buona parte degli aspetti legati alla vita sociale. Il weekend era il momento in cui bisognava massimizzare gli sforzi.

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