Giornata di proteste e cortei: le richieste dei ragazzi
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Nella giornata di venerdì 11 febbraio gli studenti meneghini si sono ritrovati alle ore 9 in largo Cairoli, in segno di protesta, per manifestare la loro disapprovazione nei confronti di un’istituzione che non sentono più vicina a loro. Nei giorni precedenti, i licei di Milano, tra cui il Carducci, il Vittorio Veneto e il Beccaria, sono stati oggetto di occupazioni.
Protesta degli studenti a Milano: “La scuola non può uccidere”
Gli studenti hanno annunciato: “Oggi saremo marea contro la loro normalità”. In testa a tutti, un gruppo di ragazzi con lo striscione: “La vostra normalità ci sta stretta, mobilitiamoci”, svelando l’appuntamento di venerdì prossimo per un corteo nazionale. Tra i cartelli spicca: “La scuola non può uccidere“.
A causa del corteo, Atm ha deciso di deviare le linee di tram 1, 2, 4, 12, 13, 16, 19 e i bus 50, 57 e 61.
Protesta degli studenti a Milano: le cause
Le manifestazioni sono scattate per due motivi principali: la morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne che ha perso la vita mentre lavorava in una fabbrica in provincia di Udine per l’alternanza scuola lavoro e la reintroduzione dello scritto all’esame di maturità dopo lo stop degli ultimi due anni dovuto alla pandemia.
Nel comunicato dell’Uds si legge: “Ci crollano tetti in testa, i sistemi di riscaldamento ci lasciano al gelo: anni di definanziamenti e ritardi dei governi e delle istituzioni locali che non possiamo più tollerare”.
Inoltre, l’associazione studentesca denuncia il rapporto tra scuola e lavoro, ricordando la morte di Lorenzo, e sottolineando gli sfruttamenti e la manodopera senza diritti.
Spicca anche il malessere psicologico generale: “potevano introdurre l’insufficiente bonus psicologico ma hanno avuto il coraggio di escludere pure questa misura”.
Protesta degli studenti a Milano: “E’ il momento di reagire”
Previsto un secondo presidio anche per il liceo Manzoni alle ore 9.30 di venerdì prossimo. L’appello del collettivo: “La scuola è l’arma più potente per cambiare il mondo. E se quando chi vive davvero la scuola, stanco di vedere il proprio futuro in balia di istituzioni incapaci e opportuniste, prova a ribellarsi e chiedere un cambiamento, lo Stato risponde con repressione e polizia? Tu cosa faresti? È il momento di agire e reagire”.
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