Un anno dopo l’arrivo del Coronavirus, che ne è stato del Campo 87 di Milano? Lì dove furono seppelliti i morti di cui nessuno chiese i feretri.
Il Campo 87 è l’area del Cimitero Maggiore di Milano che fu destinato ai morti del Coronavirus i cui feretri non sono stati richiesti da nessuno. Erano le vittime dimenticate del Covid e che il Comune di Milano ha deciso di prendersene cura. Il 13 marzo 2020, quando i morti giornalieri vittime del Covid aumentavano, il Comune decise di emanare un’ordinanza in cui si dichiarava che c’erano cinque giorni di tempo per identificare i propri parenti deceduti, per non saturare gli obitori.
Chi non veniva identificato non veniva abbandonato, bensì il Comune e il personale del Cimitero Maggiore se ne è preso cura e li ha seppelliti nel Campo 87, dove per ogni deceduto veniva piantata una croce bianca col suo nominativo. Qualcuno di passaggio poi vi appoggiava un fiore e faceva una preghiera per loro.
A dicembre però il Comune di Milano, attraverso l’assessora ai servizi civici Roberta Cocco, rese noto che avrebbe fatto qualcosa in quest’area a memoria di queste vittime, perché si potesse ricordare tramite queste vittime cosa ha significato la pandemia per la città.
Ora il Campo 87 è diventato un campo d’erba verde. Al posto delle croci bianche in plastica vi sono dei marmi quadrati, con nominativo e data. Ma non solo. Per qualcuno di loro finalmente, dopo un anno, sono ritornati anche i loro cari. Così tra i 128 marmi sparsi in questo campo, dove sono presenti 64 uomini e 64 donne, 107 italiani e 21 stranieri provenienti da ogni parte del mondo, vi sono fiori che costantemente vengono portati e in un caso è stata persino issata una croce con una sciarpa, come volevano i parenti.
Per tutti gli altri restano i fiori e i pensieri del personale del cimitero e di chi passando lascia qui un fiore e un pensiero per loro e per tutte le vittime del Covid.