Paura focolaio all’interno dell’Istituto tumori di Milano.
A quanto dichiarato dall’istituto sei pazienti sono risultati positivi al coronavirus e si è dovuto intervenire trasferendo i pazienti presso le strutture ospedaliere covid e alla sanificazione del reparto coinvolto.
Presso l‘Istituto di tumori di Milano, in via Giacomo Venezian n.1, è paura da focolaio covid. Sei pazienti, tutti ricoverati all’interno del reparto di urologia, sono risultati positivi al covid nonostante fossero negativi al loro ingresso, avvenuto tra il 3 e il 22 febbraio.
I pazienti però, a detta dell’istituto tumori di Milano, sarebbero casi isolati. Solo uno di loro ha dichiarato che, dopo il ricovero, è stato a contatto con un positivo.
I sei pazienti sono stati subito trasferiti negli ospedali dedicati ai pazienti covid e il reparto di urologia verrà presto sanificato.
Nel mentre gli altri pazienti presenti nel reparto di urologia sono stati isolati e messi in altre aree dell’istituto.
Per quanto riguarda invece il personale sanitario della struttura, già tutti vaccinati e che ogni 15giorni effettuano tamponi per la procedura di prevenzione e sorveglianza sanitaria, non sono emersi casi di positività. Dall’istituto precisano che l’istituto: “ fin dall’inizio della pandemia sonos state attivate una serie di misure per la prevenzione della diffusione del virus all’interno dell’ospedale con l’obiettivo di garantire alle persone l’accesso e la permanenza in sicurezza.
Visitatori e dipendenti sono tenuti a rispettare alcune regole quali il passaggio obbligato dalla zona-filtro, rilevazione della temperatura corporea attraverso termometro a infrarossi, sostituzione della mascherina con una nuova sterile e lavaggio delle mani con soluzione idroalcolica. Inoltre, i dipendenti a contatto coi pazienti adottano scrupolosamente tutti i dispositivi di protezione individuale e vengono sottoposti a uno screening regolare nell’ambito di un Programma di Sorveglianza Sanitaria che prevede l’esecuzione di tamponi ogni 15-20 giorni e che consente di identificare anche operatori che dovessero essere positivi asintomatici”.