I tassisti milanesi inferociti contro le nuove piste ciclabili.
“Sono tracciate senza una progettazione definita ma con il solo intento di lanciare una campagna green da utilizzare nella prossima campagna elettorale“ l’accusa dei tassisti contro il comune di Milano.
I tassisti milanesi rappresentati da Claudio Severgnini, Presidente di “Tassisti Artigiani Milanesi”, hanno inviato una lettera al comune di Milano nella quale esprimono il loro dissenso contro le piste ciclabili. Non si tratta di un’accusa contro la svolta green quanto piuttosto contro la mancanza di una progettualità che integri le piste ciclabili nell’attuale sistema viario senza danneggiarlo.
“Le piste ciclabili sono tracciate senza una progettazione, senza tenere conto degli equilibri sulla normale circolazione degli altri utenti e nel pieno dispregio delle esigenze di circolazione degli altri utenti della strada, la crociata contro l’automobilista è ormai al suo culmine. In questi giorni di riapertura in zona gialla, con la ripresa di molte attività commerciali nonché delle scuole, la circolazione in alcune vie e piazze ha già raggiunto livelli da bollino nero.” è la critica mossa dai tassisti milanesi.
“Corso Venezia e Corso Buenos Aires, solo per citare due vie note a tutti i milanesi, si sono trasformate in un unico serpentone di auto incolonnate, con naturale innalzamento del tasso di inquinamento, alla faccia della tracciatura green e dei percorsi alternativi dedicati a biciclette e monopattini.” spiegano i tassisti, chiarendo la loro posizione in merito alla svolta green della città.
“Quando alcune decisioni vengono prese senza verificarne preventivamente gli effetti, accade che poi tutti ne faranno le spese, compreso chi in passato ha applaudito a questa rivoluzione.
Oggi a causa di queste scelte i milanesi, quelli veri, quelli che si muovono per lavorare e non per farsi i selfie con il monopattino, sono incazzati neri. Chi lavora deve spostarsi. Il sig. Rossi, sia esso un idraulico o un manager, se prima di questo disastro per spostarsi da un punto all’altro in città ci metteva in media 20 minuti e oggi ce ne mette 40, dovrà per forza di cose farsi pagare questi minuti in eccesso dal proprio cliente oppure rimetterci di tasca propria.
Inoltre, altro problema, la macchina del sig. Rossi con 20 minuti in più di circolazione avrà inquinato in questo caso il doppio di prima. Queste semplici considerazioni dovrebbero portare un amministratore oculato quantomeno a riflettere sul da farsi ed approfondire l’argomento. Invece nulla di tutto questo. Dalla sera alla mattina anche piazze e vie periferiche vengono raggiunte da isole pedonali e da piste ciclabili inutilizzate e pericolose, anche per chi volesse mai utilizzarle“ concludono.