Dal prossimo 15 ottobre scatta l’Area B a Milano, ossia le auto dei privati a motore Euro O benzina ed Euro 4 diesel, non potranno più accedere nel centro cittadino, salvo che per 50 giorni all’anno per ogni singola targa.
La motivazione risiede nell’aumento del traffico e il conseguente peggioramento della qualità dell’aria, proprio di recente infatti Milano è risultata essere all‘ultimo posto della classifica di Legambiente sulla qualità dell’aria. Centrodestra e ACI però contrastano la decisione del comune, spiegando che tra i vari problemi c’è il rischio contagio sui mezzi pubblici già troppo affollati. La situazione nel dettaglio.
Il dato è tratto: il traffico ha guastato la qualità dell’aria e il comune ha deciso che a partire dal prossimo 15 ottobre è necessario attivare l’Area B e ostacolare l’ingresso in città dei mezzi più inquinanti. Tuttavia Centrodestra e Aci non ci stanno. A Pesare sulla decisione è la situazione attuale, che vede un innalzamento della curva dei contagi. A parer di entrambi limitare l’ingresso in città dei mezzi inquinanti potrebbe significare un ulteriore aumento degli utenti dei mezzi pubblici, già troppo affollati.
Così, mentre il centrodestra dichiara che si rivolgerà alla Prefettura per chiedere la sospensione del provvedimento fino a quando i mezzi pubblici non potranno disporre del 100% della capienza, anche l’Aci prende posizione. “Riattivare Area B non potrà che creare problemi di varia natura a tutti coloro i quali utilizzano un mezzo di trasporto per recarsi al lavoro.” Dichiara Geronimo La Russa, presidente dell’ACI di Milano che invita a “ragionare tutti insieme per capire come affrontare al meglio la questione.
Sicuramente con la riapertura di Area B il problema della capienza dei mezzi pubblici, dove è più facile la trasmissione del virus, aumenterà perché molte persone non potranno più utilizzare l’automobile proprio nel periodo in cui i contagi tornano a crescere ed occorrerebbero misure di buon senso per favorire il distanziamento sociale.”