Le indagini della polizia di Milano hanno portato all’arresto, con l’accusa di corruzione, di tre persone che orbitano intorno all’Ortomercato del capoluogo lombardo.
Gli agenti, nella prima mattinata di martedì 19 novembre, hanno eseguito le tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, su richiesta della Repubblica: in manette anche il direttore generale di Sogemi (la società che gestisce tutti i mercati agroalimentari della città, per conto del Comune) Stefano Zani.
Secondo quanto emerso dalle indagini, le tre persone arrestate dovranno rispondere dell’accusa di corruzione nell’ambito delle commesse di facchinaggio assegnate all’interno dell’Ortomercato di Milano.
L’inchiesta è stata aperta in seguito a una denuncia che ha rivelato l’esistenza di un sistema corruttivo radicato all’interno dell’attività commerciale cittadina. Gli amministratori avrebbero elargito favori, regali e somme di denaro in cambio di un trattamento privilegiato.
Stefano Zani si trova, al momento, agli arresti domiciliari. Era già finito nel mirino della magistratura nel gennaio 2019 per corruzione e turbativa d’asta: il 25 ottobre 2018 avrebbe consegnato una tangente da duemila euro a “una delle cooperative che gestiscono il facchinaggio all’interno dell’Ortomercato.
Oltre al direttore della Sogemi, la polizia di Milano ha arrestato anche due imprenditori. Si tratta di Giorgio Gnoli e Vincenzo Manco, rispettivamente amministratore della Ageas Impresa Consortile Lombarda e dipendente della cooperativa. Si stima che il sistema corruttivo abbia generato un giro d’affari pari a due miliardi e mezzo di euro, in “totale violazione delle normative in materia di evidenza pubblica e di concorrenza”.