Abbiamo parlato dell'amianto trovato alla Scala e nelle case popolari (andatevi a rileggere la nostra intervista ad Oscar, il rapper-portavoce delle "White" di Rogoredo). Abbiamo parlato dei casi di tumore tra gli operai della ex Pirelli, della Breda, della Falck e della Eternit dovuti all'esposizione prolungata con il materiale cancerogeno. La presenza di amianto insomma rimane un grosso problema, ma una volta rimosso, dove si smaltisce?
L'Asl di Milano ha censito 1.500 siti, controllato 4 mila cantieri, vigilato sulla rimozione di oltre 3 mila tonnellate di materiale, come riporta il Corriere (fonte immagine). C'è però un problema relativo allo smaltimento:
"Vanno fatte le discariche. In fretta. Ma non basteranno. Bisogna pensare a sistemi di inertizzazione alternativi, ai forni. Le discariche in Germania, dove oggi portiamo l'amianto a breve ci chiuderanno le porte"
Susanna Cantoni, responsabile Prevenzione dell'Asl di corso Italia, ha presentato il suo rapporto al convegno "Ancora Amianto. Smaltimento, discariche, nuove tecnologie", organizzato dalla Camera del Lavoro e segnala ben 3 milioni di metri cubi di amianto da smaltire.
Edoardo Baj, medico del lavoro di Legambiente, spiega che:
"Perché non c'è solo l'amianto visibile dall'alto, fotografato sui tetti delle case, attraverso i rilievi satellitari. C'è quello che i privati dovrebbero denunciare per legge, nei propri caseggiati"
Il piano regionale prevede lo smaltimento dei manufatti che contengono amianto entro il 2015, e per arrivare a questo traguardo bisogna eliminare 600 mila metri cubi all'anno. "Vanno fatte le discariche", d'accordo. Ma i cittadini delle zone designate non le vogliono. "Tocca alle istituzioni coinvolgere i cittadini" suggeriscono i promotori del convegno. "Non si può lasciare l'iniziativa ai privati. Con il risultato che vediamo".