Lo scontro tra lavoratori Atm e l’azienda continua, con una frattura che si è resa evidente quando giovedì 5 novembre la società e i sindacati si sono trovati in Prefettura senza riuscire ad arrivare a un accordo.
Lo scontro porterà a uno sciopero dei mezzi Atm il 10 dicembre. I motivi del dissenso sono dovuti a molti temi: dalla sicurezza sul lavoro alle modalità di organizzazione dei turni lavorativi.
Tra le questioni che, secondo i sindacati riuniti (Filct Cgil, Fit Cisl, Ultrasporti, Faisa Cisal, Ugl autoferro e Orsa Tpl), non sono mai state risolte c’è quella urgente delle aggressioni al personale Atm.
Questi episodi di violenza sono infatti sempre più frequenti, “soprattutto sulle linee di superficie e in orari notturni“, spiegano i lavoratori. “Solo la presenza fisica delle forze dell’ordine“, aggiungono “può garantire l’incolumità dei passeggeri e del personale“.
Tra le altre motivazioni che porteranno allo sciopero Atm il 10 dicembre vi è la questione dei turni, che non possono essere cambiati, il che aveva portato ad ottobre ad una assenza di massa per protesta.
Inoltre, i nuovi autobus elettrici che verranno introdotti dovranno essere ricaricati dagli stessi autisti, e questo è ritenuto lesivo per la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, i sindacati hanno chiesto di ristabilire al 100% gli abbonamenti gratis per gli ex-dipendenti e familiari.
Sebbene Atm abbia ammesso una certa rigidità degli orari, ritiene che essa sia necessaria per evitare disguidi. Ha poi affermato che non esiste alcun rischio per i lavoratori in merito alle ricariche dei bus elettrici, mentre per le aggressioni sembra esserci una ritrosia da parte del comune all’idea di disporre le forze dell’ordine sui mezzi.
Per quanto riguarda l’abbonamento, è stato poi offerto un rimborso di 148 euro. Le misure non sono sembrate sufficienti ai sindacati, che hanno così indetto lo sciopero.