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Non solo architetti e professori universitari, ma anche poeti e ambientalisti: centocinquanta esponenti della società civile milanese hanno rivolto un appello ad Antonella Ranaldi, soprintendente di Milano, e a Federica Galloni, direttrice Generale del Ministero dei Beni Culturali, affinché realizzino la dichiarazione di interesse storico-relazionale sullo stadio di San Siro.
L’ennesimo bastone tra le ruote per Inter e Milan, le quali mirano alla realizzazione di un nuovo impianto dove attualmente ci sono il parcheggio e il Parco dei Capitani di fianco a San Siro. Infinito l’elenco dei difensori del tempio del calcio, tra cui i docenti del Politecnico Alberico Belgiojoso ed Emilio Battisti, l’ambientalista Milly Moratti, il professore di Storia dell’architettura dell’università di San Paolo del Brasile Aline Coelho Sanches e il presidente di WWF Lombardia Gianni Del Pero.
Gli schieramenti vedono i due club, sostenuti dal sindaco Beppe Sala, contro il Comitato Sì Meazza, insieme agli ambientalisti del quartiere San Siro e una parte della società civile.
Nella lettera dei 150, inviata alla Ranaldi e alla Galloni, si legge: “Lo stadio Meazza è diventato uno dei monumenti riconosciuti della città, non solo dai milanesi ma anche dai visitatori italiani e stranieri, per una parte non trascurabile dei quali una visita alla “Scala del Calcio” è irrinunciabile quanto quelle al Duomo, alla Scala e al Castello.
Del resto, il Meazza gronda di memoria collettiva: un tempio del calcio, ma anche la sede di memorabili concerti, ormai passati alla storia”.
Ma non finisce qui. La lettera prosegue: “lo stadio Meazza è anche un notevole esempio di virtuosa collaborazione tra ingegneri e architetti in vari momenti del XX secolo: Alberto Cugini e Ulisse Stacchini per il primo impianto del 1925-1926, Giuseppe Bertera e Perlasca per il primo ampliamento del 1938-1939, Ferruccio Calzolari e Armando Ronca per il secondo ampliamento del 1954-1955, infine Giancarlo Ragazzi, Enrico Hoffer e Leo Finzi per il terzo e ultimo ampliamento del 1986-1990.
Spicca per qualità il secondo ampliamento, dove gioca un ruolo decisivo la figura di Armando Ronca, importante figura dell’architettura moderna italiana recentemente riscoperta e rivalutata: Il fluido andamento delle rampe che avvolgono l’esterno, in contrasto dialettico con l’emergere delle strutture verticali e dell’intradosso delle gradinate è di grande bellezza e forza espressiva”.
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