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Il sindaco Beppe Sala ritorna sulla questione del nuovo stadio San Siro, ora che Conte ha lasciato l’Inter ed è che l’Inter è in crisi.
“Sono stato svillanteggiato ma forse qualche ragione l’avevo” ha detto Sala.
Non è una vera è propria sfida, quella tra Sala e l’Inter sulla questione Nuovo Stadio San Siro. È più una precisazione, che però sa di vittoria per Sala. Una questione che andava avanti da mesi, da quando si è iniziato a parlare di una possibile crisi dell’Inter.
Quando si iniziò a parlare di una possibile crisi dell’Inter e di una cessione della proprietà, ora della Suning Holdings Group della famiglia Zhang, era marzo. Fu allora che il sindaco Sala decise di chiedere all’Inter certezze sulla proprietà, una documentazione secondo il sindaco necessaria per realizzare il progetto del nuovo stadio San Siro.“Un progetto che durerà cinque /sei anni di lavoro. Quindi non posso affidare un’area della città, per un così lungo periodo, ad una società di cui non è certa la proprietà futura.
Ho rispetto degli Zhang però devono necessariamente chiarire il futuro della società” aveva dichiarato Sala.
Alla richiesta di Sala, l’Inter aveva replicato offesa: “Troviamo le dichiarazioni del Sindaco di Milano offensive nei confronti della Proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del Club”. Ora però con, l’ufficialità della crisi, Sala finalmente può tirare l’ultimo calcio e segnare così il punto decisivo sulla questione.
“Sono sempre pronto al dialogo – ha detto Sala -, certo è che sono stato svillaneggiato dall’Inter, solo perché mi sono permesso di chiedere garanzie prima di affidare dei lavori da un miliardo e 200 milioni su terreni nostri. Forse qualche ragione ce l’avevo”. Fischio finale, partita chiusa. “La vita è fatta di dissidi, a volte, ed io sono pronto a riascoltarli perché questo è il mio dovere” il commento finale del sindaco.