Gianluigi Paragone, senatore di Italexit, è riuscito ad ottenere dal Tar il parziale riconteggio dei voti delle ultime Comunali.
Il leader dei no vax si è fermato al 2,99%, conseguendo 14.366 voti -nell’ordinanza del Tribunale ne sono stati riportati 14.376- con le liste a suo sostegno “Milano Paragone sindaco” e “Grande Nord”.
Paragone a seguito dello scrutinio aveva annunciato: “Avevamo il 3,3%, poi man mano ha iniziato a calare fino al 2,99%. La porcata l’hanno fatta, ma non l’hanno fatta neanche così bene: se mancano soltanto 54 voti, nelle schede nulle non solo ne trovo 54 ma 254.
Questa è la paura di una classe politica che è riuscita a entrare addirittura nei seggi. E lo proveremo quando andremo a fare la conta dei voti”. Paragone ha subito presentato ricorso, affermando che “i verbali di diverse sezioni conterrebbero errori di compilazione o incongruenze”. Non è passato inosservato nemmeno il presunto “disallineamento dei dati relativi ai voti validi riportati nei verbali di alcune sezioni“ riguardanti il senatore e le liste e “i corrispondenti dati contenuti nel prospetto riepilogativo“.
Delegati dal prefetto Renato Saccone, i funzionari di Palazzo Diotti dovranno svolgere ben due operazioni nelle 68 sezioni:
La verifica “delle schede dichiarate nulle contenenti voti attribuiti al candidato sindaco e alle liste” è stata negata, dato che “il motivo di ricorso è del tutto generico e avente finalità meramente esplorativa”.
Qualora Paragone raggiunga i tanti attesi 14.419 voti, ovvero il 3% del totale, gli verrà automaticamente assegnato un seggio: probabilmente, quello occupato dall’ultimo degli eletti della Lega. A disposizione 60 giorni per portare a termine il riconteggio e 10 per depositare una relazione riassuntiva con l’esito. Durante le operazioni, Paragone -o il suo avvocato Alberto Marelli-, il Comune e l’esponente del Carroccio indicato come a rischio esclusione potranno partecipare.
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