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Nella serata di domenica 4 luglio, Giuseppe Sala ha rilasciato un’intervista alla trasmissione Sunday Blues, in onda su Radio Popolare in cui ha parlato dei suoi anni come prmi cittadino di Milano definendoli “i più felici della vita”.
Il sindaco di Milano rivela “Questi cinque anni da sindaco posso dire che sono stati i cinque anni più felici della mia vita, senz’altro. Più di Expo, che invece è stata esperienza fatta di cinque anni di solitudine e sei mesi di trionfo“. E ha proseguito “Sappiamo tutti che c’era tanto di quello scetticismo, io e la mia squadra abbiamo sempre tenuto duro ma non è che tutti facevano la ola per noi“.
In merito alle lottizzazioni “Quando sono arrivato ho trovato che l‘80% delle persone presenti nell’organico di expo erano state mandate lì o dal comune, o dalla regione, o dal governo. Ognuno voleva avere all’interno i suoi, ma io da lì non ne ho preso neanche uno perché volevo liberarmi da questo quasi controllo“. Inoltre, afferma “La politica a volte vuole controllare tutto ma viviamo in un mondo in cui la complessità deve portare a dei meccanismi di condivisione fiduciari.
Se non facciamo questo salto di qualità anche la politica crolla”.
Le incertezze iniziali sulla sua ricandidatura sono un lontano ricordo: emerge la sua determinazione “Ci ho pensato molto prima di ricandidarmi ma quando uno mi chiede ‘perché lo fai’, rispondo perché sento di essere una speranza per tanta gente”.
“Non è che sia contrario alle primarie anche perché anche io ho partecipato, però alla fine quando viene fuori che tutti i candidati sono uomini… lo trovo poco contemporaneo.
Una cosa italiana, perché se guardiamo in Europa e negli Usa non è così, e la responsabilità devono prendersela soprattutto gli uomini. Purtroppo, il problema un po’ deriva dai partiti ma così stanno le cose”.
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