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Con la fine dello stato d’emergenza covid, la Pinacoteca di Brera torna a capienza piena.
L’accesso in Pinacoteca è consentito previa prenotazione indossando la mascherina -chirurgica o FFP2-.
L’orario di apertura è esteso dalle 8.30 alle 19.15 con ultimo ingresso alle 18. Le didascalie interreligiose saranno scritte dai rabbini Chava Koster e Lawrence Weschler, da Timothy Verdon e dal musulmano canadese Zehanat Khan e appariranno accanto alle opere di Carpaccio, Zenale, Palma il Vecchio e Foppa. Inoltre, arriveranno anche le didascalie di tre artisti contemporanei asiatici: il malese Chan Kok Hooi, l’indiano Bose Krishnamachari e il cinese Yang Fudong, i quali si occuperanno delle didascalie di Lorenzetti, Morandi e Rembrandt.
Infine, lo scrittore e fotografo Teju Cole scriverà la didascalia di Natura morta con strumenti musicali di Baschenis.
Dal 28 aprile sarà presente una nuova serie di didascalie dedicate alle cornici dei dipinti. Inoltre, si potranno ammirare e toccare i bassorilievi in resina realizzati da Francesco Petrella, posizionati accanto alle opere “La cena in Emmaus” di Caravaggio e “Il bacio” di Francesco Hayez.
Per coinvolgere maggiormente il pubblico ci saranno anche didascalie tattili e olfattive. Sotto “Il bacio” di Francesco Hayez, è stato posizionato una porzione di raso di seta, identico a quello indossato dalla donna nel dipinto. Tra un paio di settimane, invece -qualora si ottenga il via libera sanitario- saranno disponibili anche didascalie olfattive come mirra e incenso per l’“Adorazione dei Magi” di Correggio.
James Bradburne, direttore della Pinacoteca, ha chiarito: “Abbiamo imparato che il sistema di prenotazione è prezioso e ci permette di non creare situazioni di affollamento che prima del covid erano spiacevoli e con il covid sono diventate pericolose”. L’affollamento delle domeniche pre covid comportava un’esperienza museale non ottimale, nonché una delusione per tutti. Sul fronte turistico Bradburne ha concluso: “Mi auguro non riprenda il turismo di massa. Dobbiamo porre attenzione sulle grandi virtù degli italiani come la creatività e la cultura e creare, produrre e trasformare invece di soltanto aprire le porte”.
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