Scopri le ultime novità sul caso di Garlasco: gli avvocati di Andrea Sempio sono stati ascoltati dalla Procura. Rimani aggiornato sugli sviluppi e le implicazioni legali di questo importante caso.

Argomenti trattati
Il caso di Garlasco continua a far discutere e a sollevare interrogativi. Recentemente, la Procura di Brescia ha avviato nuove indagini che coinvolgono gli ex avvocati di Andrea Sempio, accusato nel 2007 dell’omicidio di Chiara Poggi. Questo nuovo sviluppo si inserisce nel contesto di un’accusa di corruzione che vede al centro l’ex procuratore Mario Venditti.
Nell’agosto del 2007, Chiara Poggi venne trovata morta, e Andrea Sempio fu in seguito indagato per il suo omicidio. Tuttavia, nel 2017, Sempio venne scagionato, ma ora, con l’apertura di queste nuove indagini, si torna a parlare di presunti illeciti.
Il coinvolgimento degli avvocati
Gli ex legali di Sempio, Federico Soldani e Simone Grassi, sono stati convocati dalla Procura per fornire testimonianze su presunti atti di corruzione legati alla loro difesa del cliente. Durante un incontro che ha avuto luogo per quasi quattro ore, i due avvocati sono stati interrogati riguardo le loro pratiche e le spese sostenute per la difesa di Sempio.
Il misterioso biglietto
Una delle prove che ha spinto le indagini è un biglietto rinvenuto a casa di Sempio, sul quale era annotata la frase “Venditti Gip archivia per 20-30 euro”. Questo documento ha attirato l’attenzione degli inquirenti e ha sollevato dubbi sulla legalità delle operazioni condotte. Si sospetta che l’ex procuratore possa aver ricevuto denaro per favorire l’archiviazione del caso.
In aggiunta, anche Giuseppe Sempio, padre di Andrea, è sotto inchiesta. Secondo l’accusa, il padre avrebbe versato una somma di denaro compresa tra i 20 e i 30 mila euro per ottenere l’archiviazione della posizione del figlio. Tuttavia, il padre ha fornito una versione differente, sostenendo che i soldi erano destinati a coprire le spese legali.
Le dichiarazioni delle famiglie
La madre di Andrea, Daniela Ferrari, ha rivelato che la famiglia si era rivolta all’avvocato Soldani non appena appresa la notizia dell’indagine. Secondo quanto dichiarato, Soldani chiese immediatamente una somma in contanti di 2000 euro per avviare la difesa. Queste affermazioni hanno suscitato ulteriori domande sulla gestione dei fondi da parte del pool difensivo.
Il costo della difesa legale
Nel corso delle indagini, è emerso che la famiglia Sempio avrebbe speso tra i 55 e i 60 mila euro per la difesa, un importo che gli inquirenti considerano eccessivo per un periodo così breve. Le testimonianze raccolte dalla Procura di Brescia, compresa quella di Massimo Lovati, il terzo avvocato del team difensivo, potrebbero rivelare ulteriori dettagli sulla questione. Lovati ha ammesso di aver ricevuto pagamenti in nero, mentre Grassi ha contestato questa affermazione, dichiarando che la sua ricompensa era legata alla visibilità ottenuta tramite i media.
Prospettive future
Con l’indagine ancora in corso, i pm bresciani hanno richiesto il sequestro dei telefoni e dei computer di Venditti e di alcuni carabinieri che lavoravano sotto la sua direzione all’epoca delle indagini. L’obiettivo è raccogliere ulteriori prove che possano chiarire i legami tra i vari attori coinvolti.
Il tribunale del riesame si riunirà per discutere la validità delle nuove richieste di sequestro. Gli avvocati di Venditti e degli altri indagati stanno contestando la metodologia delle indagini, ritenendola eccessivamente ampia e poco mirata.
Il caso di Garlasco, già complesso e controverso, si arricchisce di nuovi elementi che potrebbero influenzare il destino di tutti coloro che vi sono coinvolti. L’attenzione resta alta, mentre la verità cerca di emergere in un contesto di ombre e sospetti.





