Aggressioni e droga: la difficile realtà del carcere di Bollate
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Un lunedì di tensione al carcere di Bollate
Il carcere di Bollate, situato nei pressi di Milano, ha vissuto una giornata di forte tensione lunedì 20 gennaio. Durante una perquisizione ordinaria, gli agenti di polizia penitenziaria hanno sequestrato un totale di 116 grammi di hashish, evidenziando la persistente problematica della droga all’interno delle strutture carcerarie. Questo episodio non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà e criticità che affliggono il sistema penitenziario italiano.
Le aggressioni alle forze dell’ordine
Nel pomeriggio dello stesso giorno, due poliziotte sono state aggredite nel reparto femminile del carcere. Secondo quanto riportato dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, l’aggressore sarebbe una detenuta con problemi psichiatrici. Questo evento ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli agenti e alla gestione dei detenuti con disturbi mentali, un tema che il Sappe denuncia da anni.
La questione dei detenuti psichiatrici
Alfonso Greco, segretario lombardo del Sappe, ha sottolineato come la presenza di detenuti con problemi psichiatrici stia causando gravi criticità all’interno delle carceri. La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) ha portato a un aumento significativo di detenuti con disturbi mentali nelle strutture carcerarie, creando una situazione di emergenza. Greco ha chiesto un’attenzione urgente e una risoluzione efficace per gestire questa problematica, che contribuisce ad aumentare il numero di eventi critici e a compromettere l’ordine e la sicurezza all’interno delle carceri.