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Antonio Barbato impugna la condanna per falso in atto pubblico

L'ex comandante della polizia locale di Milano affronta una battaglia legale dopo la condanna.

Antonio Barbato in aula durante la contestazione della condanna
Antonio Barbato impugna la condanna per falso in atto pubblico, un caso che sta suscitando grande attenzione.

Il contesto della condanna

Antonio Barbato, attuale capo dei vigili di Melegnano, ha recentemente ricevuto una condanna a due anni e due mesi per falso in atto pubblico. Questa sentenza è stata emessa dalla Corte d’Appello e ha suscitato un notevole interesse mediatico, non solo per la posizione di Barbato, ma anche per le implicazioni legali che ne derivano. Nonostante la condanna, Barbato non ha subito l’interdizione dai pubblici uffici, il che gli consente di mantenere il suo attuale incarico. La sua avvocata, Fabrizia Vaccarella, ha già annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza, avviando così un nuovo capitolo in questa complessa vicenda legale.

Le origini della controversia

La vicenda che ha portato alla condanna di Barbato affonda le radici in una campagna nazionale sulla sicurezza stradale avviata nel 2015. Per promuovere l’iniziativa, era stato realizzato un video in collaborazione con il Giffoni Film Festival, coinvolgendo testimonial di fama come Andrea Bocelli e Alessandro Baricco. Tuttavia, cinque anni dopo, la procura ha avviato indagini su Barbato, accusandolo di irregolarità legate all’esecuzione del contratto per il servizio di promozione della sicurezza stradale. Insieme a lui, anche Pietro Rinaldi, manager della società coinvolta, è stato accusato di frode.

Le conseguenze professionali e legali

La carriera di Barbato ha subito un duro colpo nel 2017, quando è stato allontanato dalla polizia locale a seguito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia. Le indagini hanno rivelato collegamenti tra Barbato e presunti membri del clan mafioso dei Laudani, sollevando interrogativi sulla sua integrità professionale. Documenti emersi durante l’inchiesta hanno evidenziato incontri tra Barbato e un ex sindacalista, con l’intento di monitorare un delegato della Cisl, considerato un rivale. Questi eventi hanno portato a una lunga battaglia legale con il comune di Milano e il sindaco Beppe Sala, che ha scelto un nuovo comandante per la polizia locale.

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