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L’insegnamento e l’assistenza continuativa: “Il ministro deve mostrare coerenza”

La madre di Thomas, un ragazzo autistico, richiede con fervore un costante supporto educativo e didattico, soprattutto per i più deboli, in linea con quanto dichiarato dalle istituzioni più elevate sulla necessità di questi servizi. Questa necessità era stata sottolineata da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, che partecipò ad un evento di sensibilizzazione sull’autismo a Trezzano nell’aprile scorso. Nel suo intervento, il ministro aveva parlato dell’importanza del corpo docente e degli insegnanti di supporto, risorse inestimabili per le famiglie con bambini e giovani in difficoltà. Aveva anche riconosciuto il valore di una continuità educativa e didattica, particolarmente per studenti con disabilità o disturbi dello spettro autistico, come Thomas, che frequenta la scuola elementare Franceschi. La madre di Thomas, Raffaella Salvatore, aveva scritto una lettera al Presidente Mattarella invitandolo a conoscere la eccellente realtà inclusiva dato dalla scuola con docenti qualificati, amati dai loro studenti. Gli insegnanti e il personale scolastico sono impegnati a fornire un’esperienza educativa di qualità. L’istituto, sensibile all’inclusione e alla diversità, ha collaborato nello scorso anno con Sacra Famiglia per creare l’innovativa aula “Teacch” equipaggiata come un ambiente protetto per bambini che necessitano di supporto. Nonostante il grande impegno della scuola, manca un’entità superiore che assicuri la continuità educativa e didattica promessa dal ministro.

Thomas ha cominciato l’anno scolastico con un’educatrice diversa dalla sua, Chiara, con cui aveva creato un rapporto significativo, essenziale per ogni bambino e cruciale per quelli affetti da autismo. Ma questo non è l’unico problema: nella quinta classe in cui Thomas studia, frequentata anche da un’altra bambina con esigenze particolari, due insegnanti sono stati “persi”, nonostante avessero intrapreso il processo “con gli studenti, per guidarli nella cruciale transizione verso la scuola media”, dice Lina Giannone, uno dei due insegnanti persi. “Viviamo in un sistema dominato dalla burocrazia, ma la nostra responsabilità, come rete educativa, è prioritariamente la cura del benessere dei bambini e l’implementazione del lavoro di inclusione che abbiamo portato avanti, sempre nell’interesse dei bambini”. La madre di Thomas è altrettanto delusa e richiede “ciò che era stato promesso dal Ministro: la continuità, così importante per i nostri figli. Iniziare un nuovo percorso dall’inizio, in quinta elementare, è una sfida difficile e complessa, specialmente per coloro che vivono con certe vulnerabilità. Non si dovrebbero ignorare queste dinamiche”. Altri genitori concordano e richiedono “più attenzione e riflessione da parte di coloro che stabiliscono gli incarichi e le classifiche, dal Provveditorato, al Ministero. Perché trasferire gli insegnanti o non riassegnarli agli stessi studenti con cui abbiamo seguito un percorso? È un’ingiustizia che priva i bambini di riferimenti cruciali per il loro sviluppo”.

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