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Nel fine settimana il capoluogo lombardo torna a popolarsi.
La discesa dei contagi fa tornare il buonumore e mostra uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
La vera ripresa, però, gira intorno al turismo, che dovrebbe tornare in maniera stabile a breve. Un altro punto focale riguarda il ritorno dei pendolari: in settimana la città è deserta.
Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, dichiara: “Dopo le previsioni smentite di dicembre adesso c’è un clima di positività”.
Dato che a dicembre si ipotizzava un “+15% rispetto al dicembre 2019 negli esercizi al dettaglio, un passaggio dal -80% al -25% per la ristorazione e al -40% sul settore dei tour operator. Negozi e ristorazione stavano riprendendo, poi il boom di contagi dopo Sant’Ambrogio”. Attualmente, l’obiettivo è quello di arrivare gradualmente ai dati di giugno-luglio 2019. Barbieri prosegue: “Stimiamo di recuperare un 50% entro primavera e poi un altro 50% a giugno“.
Rimossa l’ordinanza del 16 dicembre, la quale prevedeva l’obbligo di tampone anche per gli europei già vaccinati, il gioco è fatto: finalmente riprenderanno gli arrivi. Il ministro Speranza, inoltre, ha riaperto alcuni corridoi turistici internazionali. Il rinvio del Salone del Mobile, da aprile a giugno, ha causato una ripresa più lenta della filiera del turismo, alberghiera e della ristorazione.
Dal punto di vista del commercio, il problema fondamentale è uno: lo smart working. Il segretario di Confcommercio annuncia: “Abbiamo lanciato un appello, che è stato raccolto dal Comune e dalla Regione. Dal lunedì al venerdì il milione e 400mila residenti a Milano quasi raddoppiava grazie ai pendolari, oggi invece siamo nella situazione di un anno fa, in piena emergenza sanitaria, con l’80% dei lavoratori a casa“.
L’appello? “Fare un accordo territoriale milanese per incentivare il ritorno dei pendolari, facendo tornare a vivere Milano.
Sa quanto incide la pausa pranzo sul settore della ristorazione? Il 25-30% del fatturato”.
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