Rabbia da parte degli studenti di Milano, alla notizia che il 7 gennaio le scuole restavano ancora chiuse: il rientro delle scuole è stato infatti rimandato all’11 e i giovani sono scesi in protesta.
Così alcuni si sono radunati agli uffici del Miur e chiuso simbolicamente i loro uffici con del nastro bianco e rosso, quello normalmente utilizzato per delimitare delle zone di pericolo. “Il Miur nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti” questo è il messaggio, riportato a chiare lettere anche su diversi manifesti lasciati sul posto.
Quando la speranza lascia spazio alla delusione, spesso a farla compagnia arriva anche la rabbia, ed è questa che c’era nell’aria la mattina del 7 gennaio fuori gli uffici del Miur di Milano, dove un gruppo di studenti, del gruppo “No DAD”, ha protestato contro la scelta di mantenere le scuole chiuse.
Gli studenti questa mattina si sono alzati presto e hanno ugualmente preso i mezzi pubblici, ma questa volta non per dirigersi a scuola, perché quelle sono chiuse. Si sono dati tutti appuntamento a via Soderini a Milano, dove sono presenti gli uffici del Miur, per esprimere il loro dissenso, contro una decisione che a più riprese hanno sottolineato di non condividere.
“Voi ci chiudete, noi vi chiudiamo” dichiarano i giovani arrabbiati e stanchi.
Poi spiegano: “Le scelte sul tema della scuola, prese dal governo Conte da marzo ad oggi, hanno condannato l’istruzione pubblica ad uno stato di isolamento, disorganizzazione e continua incertezza.
Le misure inefficaci, le scarse risorse impiegate e l’incapacità di risolvere le problematiche dei luoghi di formazione hanno rivelato un disinteresse politico nella scala delle priorità nei confronti della scuola.” Un disagio quello che esprimono i giovani e che spiegano come un senso di abbandono da parte delle istituzioni.
“Abbiamo visto per mesi centri commerciali e settori della produzione mai fermarsi (anzi intensificare gli ingressi) e le nostre scuole più chiuse che aperte.” continuano gli studenti. Un senso di abbandono che però si trasforma in rabbia dal momento che, dicono gli studenti, alcune proposte per trovare una soluzione al problema da parte loro ci sono state. “Abbiamo capito quindi, considerati gli ultimi mesi in cui il tentativo di messa in sicurezza delle scuole, da parte del governo, non solo è fallito ma è risultato praticamente nullo, di dover rappresentare noi l’alternativa.
Un’alternativa che da Marzo cresce e propone, che parla di maggiori trasporti pubblici, di più spazi e di riqualifica del vuoto urbano, di più assunzioni per personale e docenti, di più finanziamenti… stesse rivendicazioni che vista la situazione attuale potremmo fare anche adesso, palesando quindi che in sette mesi non è cambiato nulla!”.
La protesta termina srotolando un manifesto dove l’acronimo DAD non significa più didattica a distanza ma diventa “Dannazione Azzolina Dimettiti”.