Per prepararsi al meglio nella gestione della fase 2 dell’emergenza coronavirus, Milano ha ridisegnato la sua viabilità.
L’obiettivo è quello di limitare l’accesso delle auto in città incentivando l’utilizzo delle biciclette o le camminate a piedi. In questo modo, dato che i mezzi pubblici dovranno per forza circolare a capienza ridotta e quindi presumibilmente con più corse, si eviterà la formazione di traffico.
Il progetto, chiamato Strade aperte, prevede anche l’incremento delle strade a velocità ridotta, le zone 30 e le strade residenziali a prevalente mobilità pedonale e ciclabile. A questo proposito verranno anche tracciati 35 km di nuove piste ciclabili che saranno presumibilmente pronte entro la fine dell’anno. Tra i primi interventi vi è quello da Bisceglie a Buonarroti lungo l’asse Legioni Romane-Berna -Zurigo che poi prolunga in Caterina da Forlì, Sardegna e Buonarroti.
Per consentire il distanziamento sociale i marciapiedi subiranno poi un allargamento e vi sarà la pedonalizzazione temporanea di alcune aree. Tutto nell’ottica di garantire la distanza di sicurezza e la fruizione delle strade senza modificare la viabilità. La prima via ad essere interessata da un ampliamento del marciapiede è via Marghera.
Si cercherà anche di facilitare il posizionamento all’esterno dei tavolini per bar e ristoranti sulle aree di sosta, in modo da recuperare parte della capienza persa all’interno dei locali.
Oltre al percorso realizzato in sola segnaletica da San Babila a Sesto Marelli.
L’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ha spiegato che il piano ha accelerato il processo di rigenerazione della città già in atto prima dell’emergenza. A partire dall’attuazione di progetti pensati per il miglioramento della qualità dello spazio pubblico e della vita nei quartieri .